Vent’anni di politica per dire che il metodo non conta per far vincere un candidato

L’intervento del coordinatore provinciale pisano del Partito Democratico in merito al divieto di tenere le primarie per il sindaco imposto da lui e gli altri responsabili del partito (qui “Il bidone delle primarie”, sulla Nazione di oggi), è un capolavoro di letteratura sui regimi totalitari, imbottito di rivendicazioni dei poteri dei vertici e minacce ai critici di “dividere il partito” e di far passare “messaggi sbagliati” (taccio sulle acrobazie logiche finali).

Dice quindi oggi Ivan Ferrucci al Tirreno:

«In queste settimane sembra che le prospettive della città, del rinnovo della politica locale, provinciale e nazionale passino attraverso le primarie di partito aperte a tutti i cittadini, senza nessun confronto e senza che il gruppo dirigente del partito che si sta costruendo, si debba pronunciare. Sarebbe la prima volta che accade, in Italia. Sì, la prima volta perché un gruppo dirigente si è sempre espresso anche nelle primarie per il segretario nazionale, perché se non lo avesse fatto, senza ipocrisia, il quadro sarebbe stato diverso.

Il percorso che è stato definito a livello regionale è il seguente: raccolta di firme per definire le candidatura (con relativa accettazione) per aprire il confronto nelle assemblee e nelle iniziative che si svolgono in queste settimane, a febbraio pronunciamento del gruppo dirigente eletto, sottolineo eletto perché sicuramente parteciperanno oltre 1000 militanti, che definisce la candidatura ufficiale, e dopo primarie di coalizione, senza impedire a nessun altro esponente del Pd di presentarsi, raccogliendo le firme che saranno previste (con relativa accettazione) dal regolamento per definire le candidature.

Sono contrario alle doppie primarie aperte, prima di partito e poi di coalizione. Perché, e sono perfettamente d’accordo con Paolo Fontanelli, le primarie di partito, in questo contesto, avrebbero potuto produrre una divisione insanabile. Interna al Pd e nella coalizione di centrosinistra. Posizione sbagliata? Quanto meno legittima. Dove si impedisce la libera espressione dei militanti con le primarie di coalizione? E quale percorso rende più forte il progetto politico del centrosinistra? In questa situazione si rischia che passi due messaggi secondo me sbagliati Il primo: che a seconda del metodo un candidato è più o meno forte. È la cosa più ridicola cha abbia mai sentito in 20 anni di militanza politica. Un candidato è forte a prescindere dal metodo! Il secondo: che è stato già deciso tutto (candidatura a sindaco, programma e alleanza) con l’appello a sostegno di Filippeschi. Altra cosa ridicola peggio della prima. Con evidenti contraddizioni».


p.s. per i non pisani: magari non ve ne frega niente, ma qui si racconta che il cambio del contenitore abbia cambiato poco il contenuto, con il PD

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