Imborghesito. Il problema con l’Uomo Ragno è che da un po’ di tempo ormai si era imborghesito. Come molti suoi coetanei che hanno superato la quarantina, aveva finalmente lasciato la vita dell’eterno studente bamboccione, si era trovato un lavoro onesto, e si era persino sposato. Aveva poi rivelato al mondo la sua identità di Peter Parker, per iscriversi al registro ufficiale dei supereroi. Tutto congiurava perché si arrivasse al pagamento dei contributi pensionistici e magari persino ad accompagnare a scuola un paio di piccoli ragnetti (a un certo punto ci siamo andati vicinissimi).
Alt.
Siamo su una brutta china, si devono essere detti alla Marvel, la più grande fabbrica di supereroi disegnati del mondo. L’uomo ragno si è troppo imborghesito.
Per quelli di voi che hanno smesso di leggere i fumetti di Spider-Man (Spidey, per gli amici) un po’ di anni fa, sono necessarie a questo punto alcune informazioni. Le sue storie sono molto cambiate, in questi quarantasei anni. Sono molto cambiate nel disegno, intanto: le linee chiare e semplici si sono arricchite e complicate, la costruzione delle immagini e dei tagli delle inquadrature è diventata più moderna, più cinematografica, più al passo con le immagini di film e videogiochi a cui i ragazzi si sono abituati nel frattempo. Ma si sono molto complicate anche le vicende personali dell’Uomo Ragno, in una ricerca decennale da parte dei suoi autori di novità con cui rilanciare e di attese da mantenere vive nei lettori. Vi basti sapere che Peter ha sposato Mary Jane Watson ormai vent’anni fa, che ci sono state crisi e riconciliazioni, che ha trovato lavoro come insegnante al liceo, e che a un certo punto è anche morto (non per molto, però). In tutto questo Spider-Man ha anche partecipato a una Civil war – un riferimento alle recenti paure americane – con i supereroi in guerra per bande e una legge per la sicurezza che impone loro di rivelare la propria identità e iscriversi a un albo professionale (con i ribelli tenuti una specie di Guantanamo dei supereroi). Il tutto intervallato da mille colpi di scena e rivelazioni: morti che non erano morti, fatti che non erano veri, rivelazioni che si rivelano false.
A quarantacinque anni dalla sua nascita, insomma, la storia del supereroe più popolare del mondo si trovava molto lontana da dove era partita, e con addosso una catasta di concrezioni ed evoluzioni di cui era diventato difficile ritrovare tutti i bandoli.
In più, le ragioni attribuite a suo tempo al successo del personaggio di Peter Parker furono proprio che si trattava un ragazzo, incasinato come tutti i ragazzi che l’avrebbero letto, pieno di ansie e pensieri, e per cui la seconda identità era spesso più una complicazione che un privilegio. Persa la giovinezza, persa la normalità sfigata, persa anche la segretezza dell’identità.
Alt.
Siamo su una brutta china, si devono essere detti alla Marvel. E così, dopo che alcuni tentativi di restituire a Peter Parker almeno il celibato erano stati abbozzati a suo tempo, questa volta gli autori della storia hanno deciso di non avere scrupoli letterari: e azzerare tutto.
I meno giovani di voi ricorderanno forse il più scandaloso precedente di una storia che gli autori decisero di riportare al punto di partenza, con il più pigro e banale dei deus ex machina: il trucco con cui gli autori della serie televisiva Dallas trasformarono in un sogno tutta la stagione precedente, nel 1986. Non-era-mai-successo-niente: ancora oggi ci sono fans indignati che si ricordano di aver abbandonato Dallas allora (nella seconda stagione di Lost, per un attimo si è temuta una cosa simile, e che tutto fosse solo un sogno di Hurley).
Gli autori Marvel hanno fatto uno sforzo in più di quelli di Dallas, ma il risultato è di fatto lo stesso (attenzione: spoiler! Se non volete sapere cose ancora inedite in Italia, non leggete oltre). Nel numero 545, uscito negli Stati Uniti a dicembre, uno dei più vecchi nemici di Spiderman – il diabolico Mefisto – gli fa un’offerta per salvare la vita alla zia May (in coma per un evento di cui Peter si sente responsabile): lui e Mary Jane accettino che sia cancellato dal tempo e dalla memoria il loro matrimonio e tutto quello che è venuto dopo, per la gioia di Mefisto che vedrà così sconfitto il loro puro e grande amore. In cambio, zia May vivrà. I due accettano, e ci mettono una decina di pagine di baci, disperazione e balbettii: e poi, poff!
Peter si sveglia nel suo letto, a casa di zia May: scende, e lei è lì che gli sta preparando la colazione; e lui non ha tempo di fermarsi, che è in ritardo, e insomma TUTTO SEMBRA COME QUARANTACINQUE ANNI FA.
Da allora sono usciti altri sette numeri (adesso negli USA il fumetto viene pubblicato ogni dieci giorni), e cosa sia successo esattamente non è chiaro: non si tratta esattamente di un ritorno indietro nel tempo, benché sia resuscitato per esempio l’amico-nemico Harry Osborne. Mary Jane c’è, ma è come se lei e Peter avessero rotto. La zia May sta un fiore. L’iracondo J.J. Jameson teme che il suo giornale (quello per cui Peter lavora come fotografo) sia comprato da un nuovo proprietario. L’identità dell’Uomo Ragno è tornata ignota a tutti, e nuovi supercattivi lo chiamano alla pugna.
I fans sono divisi tra i delusi dal trucco e gli entusiasti che siano tornati i vecchi tempi: e su internet fioccano le discussioni sulla sovversiva scelta letteraria. In Italia il numero della svolta uscirà quest’estate. Non vi è tornata la curiosità?
Vanity Fair
Il bacio della donna ragno
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