Notizie che non lo erano

Anche questa settimana, incoraggiantemente, notizie che forse lo erano, o forse no. Nella scorsa puntata di Report si è parlato dei potenziali pericoli delle onde elettromagnetiche generate dalle reti senza fili. Il servizio tra l’altro interpellava il professor Olle Johansson dell’istituto Karolinska, in Svezia, che diceva: “si riscontra un alto numero di effetti dannosi, come quelli ai cromosomi: si è registrato un impatto sulla capacità di concentrazione e una diminuzione della memoria a breve termine; un aumento dell’incidenza del cancro e così via”. Bene: magari ha ragione lui. Ma il blog di Stefano Quintarelli, informatico e studioso di reti segnala che nel 2004 il professor Johansson è stato nominato “disinformatore dell’anno” da un’associazione svedese che combatte le mistificazioni scientifiche nell’informazione: “Olle Johansson riceve il premio come rappresentante di una categoria di scienziati che raccolgono promozione per se stessi e sostegno per le proprie attività e seminano allarme tra il pubblico dei mass media spacciando ipotesi non dimostrate come fatti”.

Ieri la Stampa titolava: “Meningite sconfitta col nuovo vaccino”. Ed è vero che a Manchester la ricerca ha raggiunto risultati “incoraggianti” con “potenziali” interessantissimi. Ma nei titoli, bisognerebbe essere un po’ più cauti. Il professor Ray Borrow, nello steso articolo dice: “La prospettiva di proteggere i bambini dalla meningite B sarebbe una pietra miliare nella prevenzione delle malattie globali”

Molti giornali hanno dato spazio al busto ritrovato nelle acque del Rodano, ad Arles: “Ecco Giulio Cesare, il suo vero volto riemerge da un fiume”. Almeno Repubblica nel testo spiega che i dubbi ci sono: “Ma l’entusiasmo non è condiviso da tutti… c’è un’altra possibile spiegazione, che sia la statua di un nobile di Arles”. Certo “Ritrovato il busto di un nobile di Arles”, non sarebbe stato un titolo granché efficace.

Gazzetta dello Sport

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