Ho provato a seguire quelli che dicono che sulle telefonate tra Berlusconi e Saccà si farebbe troppo moralismo, che siamo tutti “anime belle”, che le aziende si conducono essendo realisti e pragmatici. E mi sono messo nei panni di Saccà, per capire meglio.
Cioè, nei panni di Saccà non sono stato capace: quello è un lavoro che io non so fare, ci vogliono delle capacità. Però facciamo un programma su RadioDue tutti i giorni, io e il mio socio Matteo Bordone, che si chiama Condor. E così ho pensato: metti che mi chiama Berlusconi e mi chiede di ospitare a una puntata di Condor una certa signorina che mi suggerisce lui, che vorrebbe tanto fare radio (già: come mai non ha mai chiamato? Dobbiamo prenderla come una mancanza di stima? La solita scarsa attenzione nei confronti della radio?). Insomma il PresdelCons con la sua consueta gentilezza e affabilità chiede questo esiguo favore: che gli dico?
Già, la fate facile: gli dico di no. A parte che dite dite, ma alla prova dei fatti non è che gli diciate di no in tanti. Ma anche dirgli di no: il punto è come glielo dici? Con che motivazione? Mica puoi dire “si vergogni!” al PresdelCons. Che poi non c’è niente di vergognoso a chiedere: chiedere è cortesia. Certo, gli puoi dire “non corrisponde alle nostre attuali esigenze”, ma pare proprio di fargli un dispetto: facciamo una puntata al giorno di un’ora, che ci costerebbe?
Insomma, ho concluso questo: se chiama e chiede, io accetto. E apro la puntata così: “oggi a Condor siamo onorati di avere ospite la signorina taldeitali, che ci è stata suggerita addirittura dal Presidente del Consiglio!”