Casabianca (meno quattordici)

“Sarebbe l’uomo più anziano che diventi presidente per la prima volta, e il primo ad essere sopravvissuto a un cancro”: con questa sintesi, e un lungo articolo sulla salute dei candidati, il New York Times ha guastato la colazione a John McCain e ai suoi, ieri mattina: peraltro dopo aver loro guastato le precedenti con ogni altra grana immaginabile (ieri era stato il passato di antidepressivi della moglie Cindy). C’è da sospettare, anzi, che in casa McCain (in ognuna delle otto case McCain) facciano colazione prima, e leggano il New York Times dopo. Quanto a Obama, il Times segnala soprattutto i rischi dovuti al passato da fumatore: ma naturalmente – anche su questo piano – non è lui quello che sembra più fragile (anche perché non è lui ad avere scelto Sarah Palin come rimpiazzo, in sventurato caso).
Il Washington Post racconta del volto nuovo del Partito Democratico, un candidato che ha trent’anni e si chiama Madia. Ma di nome fa Aswin, è un avvocato e un veterano della guerra in Iraq, e sfida il favorito repubblicano per un seggio al Congresso, a Minneapolis.
David Sedaris, lo scrittore e umorista tra i più spiritosi in circolazione, ha scritto un pezzo per il New Yorker sulla figura mediatica dell’”indeciso”. Ricercato con passione da telegiornali e giornali, l’indeciso è solito dire cose come “sto valutando, ma non so ancora per chi voterò”, o “per la politica economica mi convince un candidato, ma l’altro mi sembra più preparato sul piano internazionale”. Sedaris non può crederci: “secondo me sono degli attori. È come se la hostess sull’aereo proponesse «volete del pollo, oppure un piattino di cacca con dei pezzetti di vetro dentro?». E l’indeciso risponde “«hmmmm… il pollo è coscia o petto?»”.

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