Lunghe pause al telefono da un altro continente

Ieri Google ha introdotto Latitude, il suo “social network topografico” ovvero un’applicazione che si aggiunge a Google Maps sui telefonini e i palmari permettendovi di conoscere in tempo reale la posizione geografica dei vostri “amici”.
Anche se esistevano già dei servizi simili, la novità è che questo è promosso dal colosso della rete e promette quindi di diventare lo standard del genere. Rispetto ai vari Facebook, MySpace, eccetera, Google sconta una rete di iscritti meno ricca e strutturata, ma ha dalla sua la proprietà del più diffuso e completo sistema di mappe online. E il successo è sicuro, anche se prosperano già gli allarmismi sull’effetto “grande fratello” e sulle presunte violazioni della privacy.
Allarmismi piuttosto infondati: l’applicazione deve essere scaricata e gli utenti devono scegliere di registrarsi, ed eventualmente consentire alla loro localizzazione (che avviene attraverso GPS o attraverso la rete telefonica, a seconda degli apparecchi). Nessuna ingerenza nella privacy avviene dunque senza che l’utente la consenta. Ci sarà chi dirà “dove andremo a finire”, ma questo ormai avviene quasi ogni settimana: ogni volta per servizi che poi diventano familiari e consolidati, e non finisce il mondo.
E se ci pensate, questa è un’idea che restituisce concretezza spaziale alle tanto vituperate relazioni virtuali: di tutti i network che usiamo – Skype, Messenger, Facebook, Twitter, MySpace, eccetera – questo è il primo che riporta a una fisicità, al mondo conosciuto. Se lo associamo al successo di facebook “per trovare i vecchi amici”, forse è in atto una tendenza a riconnettere la rete con il mondo “di prima”, che corrisponde al suo diventare un fenomeno di massa e non più elitario.
Al momento Latitude funziona in Italia solo su alcuni apparecchi: con qualche incompletezza e qualche lentezza. Ma presto diventerà un pezzo delle vostre vite. Ricordatevi della prima volta in cui leggeste il nome di chi vi stava chiamando sul display del telefonino.

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