Notizie che non lo erano

Per alcune ore, la scorsa settimana, ha fatto il giro del mondo la notizia del divorzio di Sarah Palin, già candidata alla vicepresidenza americana ed ex governatore dell’Alaska. Ma la notizia è stata smentita da un portavoce della Palin, e non ha avuto seguito.
Qualche giorno fa giornali e telegiornali hanno ripreso con ampio spazio (il Giornale in prima pagina, per esempio) un presunto sondaggio che segnalava come “un ragazzo italiano su quattro” si lamenterebbe che i genitori stanno troppo tempo collegati a internet. Ma era una bufala, un sondaggio inconsistente di quelli segnalati spesso in questa rubrica. Il dato era stato fornito in un comunicato stampa da una delle diverse associazioni in costante ricerca di pubblicità e finanziamenti: Sandro Gilioli dell’Espresso ha fatto delle verifiche e sul suo blog ha spiegato che il dato non aveva nessuna credibilità e che era stato pubblicato senza controlli grazie al consueto meccanismo “allarme=notizia” che prospera nelle redazioni italiane.
Alcuni siti internet hanno riportato le dichiarazioni di un sottosegretario alla Giustizia per cui i suicidi nelle carceri italiane sarebbero in diminuzione. Ma è del tutto falso, come hanno spiegato dati alla mano gli esperti: i detenuti suicidati nell’ultimo anno sono aumentati in numeri assoluti e in percentuale.
L’edizione milanese di Repubblica ha raccontato invece una storia vera, e divertente. Pare che un cospicuo numero di commercianti stia facendo circolare una buffa legenda metropolitana per cui il numero 58, scritto su un foglio, terrebbe lontane le mosche. Naturalmente è un’assurdità: e malgrado la leggenda sia in effetti una notizia, forse un giornale potrebbe prendere coraggio e dire qualcosa di più convinto di “se davvero il 58 tenga lontane le mosche non è dato sapere”

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