(uscito ieri sulla Gazzetta)
Chris Anderson è il direttore dell’edizione americana di Wired, il mensile degli appassionati di nuove tecnologie e modernità varie, che quindi riveriscono in tutto il mondo Anderson come un loro maestro. Ma lui si è guadagnato fama e interesse ulteriori qualche anno fa, scrivendo un libro – “La coda lunga” – che ha avuto un notevole successo internazionale. Vi era spiegata la trasformazione in corso in molti mercati in cui internet aveva creato spazi di sopravvivenza economica anche per molte nicchie che un tempo erano schiacciate dalla forza dei prodotti di grande successo, fossero libri, gadget o film.
Adesso è uscito in Italia il nuovo libro di Anderson, che si chiama “Gratis” (Free) ed è stato preceduto da grandi dibattiti: l’idea che sempre più cose diventeranno gratuite ha infatti eccitato molti consumatori e preoccupato molti produttori.
Il titolo del suo libro si riferisce al fatto che un giorno tutto sarà gratis?
No. Chi leggerà il libro capisce che non faccio una semplificazione di questo genere. Invece, sostengo che la maggior parte dei prodotti digitali (libri, musica, software, giornali, servizi in genere) sarà offerta in una versione gratuita parallelamente a quella a pagamento. La sfida per i produttori è ottenere che valga la pena spendere dei soldi per la versione a pagamento.
La crisi economica esplosa nell’ultimo anno ha messo in discussione questo modello?
La crisi era già in corso mentre stavo scrivendo il libro, e ne parlo nell’ultimo capitolo. Ed è anch’essa responsabile dell’evoluzione da offerte gratuite sostenute dalla pubblicità a sistemi “Freemium”, in cui alla parte gratuita si aggiungono dei servizi ulteriori a pagamento.
Questo modello riguarderà anche i giornali, che sembrano il settore più in difficoltà in questi mesi nel passaggio al business digitale?
Io credo che per alcuni giornali più specializzati come il Wall Street Journal e il Finacial Times questa sia una buona strada: parte dei contenuti gratis e si paga per le cose più originali e meno generiche. Gli altri giornali dovranno prima di tutto tagliare i costi, in un mercato che è diventato molto più competitivo.