La lettera di Pier Luigi Celli a suo figlio pubblicata ieri su Repubblica non ha suscitato solo reazioni solidali e concordi, o gratitudine per avere sollevato il problema sullo stato in cui è ridotta l’Italia. Molti hanno anche criticato il tono autoassolutorio e fatalista con cui Celli ha descritto questo stato mentre alludeva solo superficialmente alle responsabilità di chi – nel migliore dei casi – non ha saputo fare dell’Italia qualcosa di meglio, Celli compreso.
Io credo che Celli sia una persona intelligente e sincera, e che ci siano colpe maggiori delle sue nella catastrofe che è diventato questo paese. Però è vero – l’ho già detto molte volte sulla più puntuale questione del ricambio nel PD – che non è possibile continuare a eludere la relazione tra l’aver gestito responsabilità e poteri in Italia negli ultimi decenni e questa catastrofe: non è possibile risolverla con un “non siamo riusciti”. Non è possibile continuare a dare di se stessi un giudizio che prescinda da questo dimostrato fallimento. Ai vertici di strutture che potrebbero migliorare un paese ci sono in Italia persone a volte degnissime, intelligenti, di grandi qualità, ma che si sono dimostrate incapaci non solo di migliorarlo ma persino di mantenerlo un posto dove far crescere i propri figli. Possiamo continuare a pensare che sia stata solo una coincidenza, e che le stesse persone sappiano fare nei prossimi dieci anni quello che non hanno saputo fare finora? Non è l’aver continuato a investire nelle stesse persone e nella loro sconfitta idea della gestione di questo paese una delle ragioni per cui stiamo dove stiamo?
Per quanto voi vi crediate assolti
Abbonati al
Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.
E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.
È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.
Pingback: Grazie, e arrivederci » La Locomotiva
Pingback: Meridioni « Almanacco Americano