Massimo D’Alema che spiega che “inciucio” è solo una formula dispregiativa per “compromesso” non è una notizia. Meno che mai lo sono le risposte eventuali dei suoi compagni di partito.
update dell’indomani: lo ha capito anche Eugenio Scalfari, che però un quotidiano l’ha già fatto e finisce per parlarne.
Credo di sapere perché D’Alema ha scelto di usare quel termine così peggiorativo: vuole stupire, gli piace esser citato dai “media”, è una civetteria di chi, essendo molto sicuro di sé, sfida e provoca e si diverte.
È fatto così Massimo D’Alema. I compromessi gli piace descriverli, teorizzarli, talvolta anche tentarne la realizzazione, annusarne il cattivo odore, sicuro che se gli riuscisse di farli sarebbe comunque lui a guidarli verso l’utilità generale perché lui è più bravo degli altri.
In realtà non è riuscito a metterne in pista nessuno. Ma la sua provocazione ha suscitato preoccupazioni nel suo partito e parecchie reazioni. Si è dovuto parlare di lui per l’ennesima volta. Sarà contento perché era appunto ciò che voleva.