Sulla legittimità dei contributi all’editoria ho già scritto che ho opinioni contraddittorie, ma che sono incline a pensare che – se non si trovano soddisfacenti soluzioni che premino solo la qualità, e mi pare non si trovino – la cosa migliore sarebbe tagliarli del tutto: ci sarebbero perdite, ma tollerabili, non peggiori di ciò che perdiamo già oggi con i buoni giornali che si potrebbero ma non si riescono a fare. Non si possono sprecare milioni per salvare pochi decenti giornali che non hanno capacità di mercato, detto con grande rispetto per chi ci lavora.
Ma al di là del merito – la mia opinione è fragile, ripeto – segnalo la buffonata stagionale dell’annuncio dei tagli degli stessi contributi, le proteste conseguenti, le lamentele, la fine della democrazia, e il reintegro finale dei contributi, come se niente fosse. Non sono le discutibili ma solide opinioni a rendere ridicola la politica italiana: è la totale inesistenza di opinioni. Si fanno le cose solo per risparmiare dei soldi – sia tagliare sulla scuola, sui giornali, o sulla buvette – e si cambia idea solo se ci sono pressioni e interessi forti abbastanza.
p.s. da notare che l’opposizione è perplessa sul reintegro. Sapete perché? Perché ha paura che i contributi non siano abbastanza per tutti.
perplessità da parte di Pd, Idv e Udc per il timore che la modifica possa nascondere ulteriori tagli per alcune testate