Fieri di essere ricchi, va’

Volevo scrivere un post contento sulla vittoria dell’Inter, che partiva da una riflessione sulle cose che gli italiani hanno per essere fieri di essere italiani. Poi ho ricostruito la formazione di ieri sera.

Julio Cesar, Chivu, Samuel, Lucio, Maicon, Cambiasso, Zanetti, Eto’o, Sneijder, Panev, Milito. Allenatore Mourinho

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

24 commenti su “Fieri di essere ricchi, va’

  1. antonio

    Ciao Luca,
    la meta’ di quei giocatori gioca in italia da 5-6 anni se non di piu’ (esempio: Samuel e’ in Italia da 10 anni, la famiglia di Milito e’ emigrata in Argentina “solo” due generazioni fa, Zanetti non ne parliamo, etc).

    In molti paesi civili la cittadinanza si ottiene dopo 5 anni (non in Italia, ovviamente); ammenocche’ non pensi che l'”italianita'” dipenda dal suono del cognome o dal luogo di nascita; allora non lamentiamoci della Lega…

  2. jank

    Premetto che non sono interista.
    Questa considerazione però l’ho sempre trovata abbastanza sciocca.

    Se facciamo il paragone con La Ferrari (ad esempio) non dovremmo tifarla a meno che non la conduca un pilota italiano.
    O in questo caso è importante la proprietà?

    L’Inter è una squadra ITALIANA, poi, naturalmente liberi di tifare per loro o contro in una finale europea, ma il fatto che sia composta da pochi giocatori italiani, ripeto, mi è sempre sembrata una stupida considerazione.

    Provate a leggere la rosa dell’Arsenal in inghilterra, e pensiamo che ci sono società (Chelsea) con proprietà russa e allenatore italiano… Che scandalo eh….

  3. f.b.

    io sarei per introdurre il salary cap anche nel calcio italiano, come nella nba.

  4. paki

    Qualcun altro ieri sera deve aver posto la questione piu o meno in questi termini e ci ha rimesso la pelle. E’ solo sport?

  5. marco v

    A me invece sembra una considerazione fondata. Non è l’unico punto di vista possibile, certo, ma non è sciocco, non è provocatorio, non è anti-Inter. È solo una riflessione sulla qualità italiana di questa squadra. Il paragone con la Ferrari, peraltro, proprio non ci sta. Perché a correre – non dimentichiamolo – non sono i piloti bensì le macchine. La Ferrari è una fabbrica di automobili, che ha sede a Maranello, ha operai che lavorano a Maranello (e ci sono tanti italiani), così come la stragrande maggioranza dei designer, degli ingegneri, del cavallino sono italiani.
    Insomma…. tutta un’altra cosa. Il genio che ci sta dentro è assolutamente italiano. Non si può dire la stessa cosa dell’Inter. È lì da vedere.

  6. jank

    @ Marco v

    Scusami, ma tu pensi che all’Inter non lavorino persone italiane?
    Molti dello staff sono italiani e la sede della società è Milano (Italia mi pare).

    Alla Ferrari fino a poco tempo fa c’era Jean Todt (francese?), ma nessuno (giustamente) si è mai sognato di dire che la Ferrari non fosse italiana, anche se oltre lui lavorano ancora oggi ingegnieri stranieri (mi sembra)

    Io, lo ripeto, non sono assolutamente interista, ma la squadra è composta da Moratti, Branca, Oriali, Baresi e da tanti piccoli ruoli che hanno spinto l’Inter a conquistare la Champion’s.

  7. monica crassi

    Forse si potrebbe ideare una Salary Cup.
    L’Inter la vincerebbe di sicuro, anche quella.

  8. piti

    Mi pare via via sempre più improbabile che nel calcio una vittoria abbia interpreti (leggi calciatori) italiani.

    Guardavo i gol di Milito ieri sera, pura e semplice tecnica. Hesitation per prendere in controtempo il portiere (primo gol); finta a convergere e dribbling secco allargandosi sull’esterno (secondo gol).

    Pensavo a come invece i tecnici italiani abbiamo sempre più emarginato chi sa giocare.

    I quali tecnici italiani (a cominciare dalle follie di Sacchi, mosca cocchiera di una compagine mostruosa per talento: e lui non voleva Van Basten, a un certo punto…) inseguono la pietra filosofale del calcio: vincere senza saper giocare.

    Per ora, non l’hanno trovata.

  9. matteo.rizzini

    beh…non per niente si chiama INTERnazionale. ed è nata proprio per questo motivo. che poi siano giocatori strapagati questo è un altro discorso, non sono cose che vanno necessariamente di pari passo. forse che i giocatori italiani sono necessariamente più economici? non direi, un campione è un campione, e da campione viene strapagato. e con questo non voglio giustificare gli ingaggi stellari di calciatori e allenatori. solo per dire che non per forza gli stranieri vengono pagati di più degli italiani. se cristiano ronaldo fosse stato un cittadino italiano credo che florentino peres lo avrebbe pagato la stessa identica cifra.

  10. ilbarbaro

    Il problema non è l’italianità dei giocatori: negli ultimi minuti è stato fatto giocare perfino Materazzi che ancora mi chiedo come abbia fatto a calcare i campi di gioco.
    Il problema è il tempismo: Milito e Mourinho non hanno nemmeno aspettato di godersi i festeggiamenti per dichiarare che non hanno intenzione di restare a Milano.
    Che Mourinho sia un grande allenatore è ancora tutto da dimostrare, nonostante l’impresa per la quale occorre rendergli merito: in quelle condizioni ha vinto (ancorché meno) perfino Mancini. Dovrebbe vincere qualcosa con Palermo, Cagliari, Genoa o Lazio per meritare il titolo di “Specialone”.
    Milito ha 31 anni ed è al primo traguardo importante. Ha la stessa età di Lucarelli e Protti quando vinsero la classifica cannonieri.
    Il calcio, specie in Italia, è già al capolinea o è prossimo ad arrivarci, e non è detto che sia un male.

  11. Luca

    Vabbè, mi pare che l’abbiate presa un po’ sul serio e alla larga, pretendendo di fare un dibattito sulla legittimità di una vittoria, eccetera. A me va benissimo che l’Inter giochi e vinca con undici stranieri, anzi forse mi va persino meglio: ho solo scritto che dopo averlo realizzato, farlo ricadere in un discorso sull’orgoglio di essere italiani mi è sembrato implausibile. Ma va bene lo stesso, ne cercheremo altre, tranquilli.

  12. matteo.rizzini

    beh..caro luca, direi che c’è da essere orgogliosi che massimo moratti (nonostante le luci ed ombre che vedono coinvolto lui e la dirigenza dell’inter nel colpo di coda di calciopoli) è italiano e per giunta pure milanese come la squadra di cui è presidente, e non dall’altro ieri, visti i vari sceicchi arabi e nababbi russi che si aggirano per l’europa in cerca di uno sfizio nel quale buttare i propri danari.

  13. turbocattaneo

    L’italianità (anzi, come giustamente sottolineato da altri, la milanesità) è data dalla presidenza e da un buon numero di collaboratori (ex calciatori, bandiere, gente che è morta con la maglia dell’Inter addosso come il grande Giacinto), oltre che ovviamente dalla tifoseria.
    Certo quella rivendicata da Moratti è una italianità che ultimamente non sembra andare molto di moda: pazienza, ce ne faremo una ragione.
    Della nazionalità dell’allenatore e dei giocatori (per tacere del colore della pelle dei giocatori con passaporto italiano) non me ne può importare di meno.
    Pensate davvero che una squadra con allenatore e mezza rosa italiani ma posseduta da uno sceicco sarebbe più “italiana” dell’Inter?

  14. turbocattaneo

    Per chiarire il mio punto di vista: secondo me uno come Javier Zanetti incarna alla perfezione i valori di “milanesità” a cui mi riferivo: serietà, onestà, umiltà, impegno, attaccamento alla maglia, solidarietà (importantissimo) e orgoglio di essere, nel proprio mestiere, uno dei migliori del mondo (attenzione non c’è contraddizione con umiltà).
    Per me, cittadinanza italiana ad honorem e convocazione in Nazionale come capitano.
    Nelle altre squadre … c’è Seedorf che secondo me si avvicina a questo standard, e poi anche sforzandomi non me ne vengono altri. Non è un caso che l’Inter abbia attraversato il suo periodo peggiore proprio quando questi valori si sono smarriti, e predominava l’individualismo e l’egoismo.
    Gente come Cambiasso e Stankovic sarà sempre rispettata e amata dai veri tifosi molto di più anche di grandi campioni come Vieri o Ibra: questi sì che secondo me non rappresentano l'”interismo”

  15. rob.vino

    a prescindere dal fatto che l’Inter possa essere considerata una squadra italiana a tutti gli effetti oppure no, io vorrei concentrare l’attenzione sul fatto reale ed innegabile che l’Inter punta sui giocatori stranieri (eccetto casi sporadici, vedi Balotelli) e questo è un danno per l’Italia intera. Quanti convocati della nazionale appartengono all’Inter? NESSUNO. Personalmente lo trovo scoraggiante.

  16. robbbberto

    Personalmente, vi preferisco quando vi accapigliate per i Genesis!
    Viva Pietro Gabriele (così non c’è neanche il dibattito sull’italianità del medesimo)

  17. Luca

    Ragazzi, ci penserò dieci volte prima di parlare di calcio immaginando lo stesso tasso di lucidità che immagino sugli altri argomenti. Ve la metterò così: a me, che non sono interista e che ieri sera mi ero convinto di poter essere comunque contento della vittoria dell’Inter, la sua vittoria invece riguarda quanto una vittoria del Liverpool. Ovvero sono contento che abbia vinto una squadra forte che se lo merita. Ma avendo di italiani solo i soldi – e non essendo io interista – non me ne posso sentire complice in nessun modo. Le guerre di religione su italiani o stranieri nel calcio ve le lascio.

  18. ilbarbaro

    “avendo di italiani solo i soldi”

    Uhmm… Ecco un argomento su cui riflettere seriamente. Si può vincere senza (v. l’articolo sul Post sulle squadre di una volta)? E, soprattutto, è il modo migliore di spenderli?

  19. piti

    Il calciatore bravo. Un altro lavoro che gli Italiani non vogliono più fare.

  20. dosant

    non mi piace fare il nazista della lingua anche perché sono il primo ad avere incertezze (del resto, non è il mio mestiere), però trovo ironico che un post in cui si sottolinea come un italiano non può tifare Inter poiché non ci sono giocatori italiani abbia un errore d’italiano nel titolo (se, come si desume dal contesto, quel « va’» dovrebbe essere terza persona singolare.)

  21. Pingback: Non è solo una partita di calcio (2) | Caro Presidente

  22. Pinco Pallino

    Comunque sia, se io fossi ricco, non ne sarei fiero.
    Comunque il problema non sussiste.
    E poi non sono neanche interista.
    E Moratti mi ricorda Tronchetti Provera.
    Tristezzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa……………

  23. Bob Fripp

    Boh, non capisco.
    Fai un post, alcuni ti ribattono con argomenti sensati (magari non condivisibili da te, ma sensati) e tu non li prendi neanche in considerazione.
    Provo anch’io a riassumerli:
    1. la squadra è italiana, perchè ne è italiana la proprietà (quindi “il capitale”), la dirigenza sportiva e societaria (quindi l’organizzazione manageriale), la sede (quindi la logistica, gli impianti e il mercato di riferimento) e la tifoseria (quindi il pubblico, i clienti).
    2. i giocatori sono in massima parte stranieri(trane Materazzi, Toldo, Orlandoni, Santon e Balotelli che però non sono tra i principali protagonisti) , ma molti di questi hanno avuto la formazione calcistica o la propria affermazione in Italia. Zanetti è arrivato 15 anni fa, sconosciuto e dire che in lui non sia cambiato qualcosa in questi 15 anni … è difficile. Pandev ha fatto le giovanili nell’Inter e ha sempre giocato in squadre italiane. Julio Cesar, Maicon, Cambiasso erano sostanzialmente degli sconosciuti prima di affermarsi in Italia. Samuel, Stankovic e Chivu giocano da anni nel nostro paese.
    A me sembrano motivi sufficienti e ragionevoli per essere orgogliosi del fatto che una squadra italiana abbia vinto la maggiore competizione europea.

  24. MG55

    Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso.

    Non so se anche allora l’Inter avesse più stranieri della media delle squadre italiane…

Commenti chiusi