Ci sono stati sviluppi nella popolare storia delle interviste inventate dal giornalista Tommaso Debenedetti. Riassunto delle puntate precedenti: lo scorso novembre Libero pubblica un’intervista a Philip Roth, considerato da molti il più grande scrittore americano vivente, mito della letteratura e della cultura mondiale. Nell’intervista c’è uno scoop: Roth si dichiara deluso dal presidente Barack Obama, che aveva appoggiato in campagna elettorale. Libero ci fa il titolo, e il giorno dopo la notizia è persino commentata dal Corriere della Sera. Ma due mesi fa Roth rilascia un’altra intervista al Venerdì di Repubblica durante la quale, a una domanda della giornalista Paola Zanuttini su quelle dichiarazioni, cade dalle nuvole e afferma di non aver mai parlato con Libero né con Debenedetti. Nelle settimana successive si rivelano false decine di interviste dello stesso Debenedetti con altri celebri scrittori. Lui, interpellato, nega di averle inventate e dice cose confuse e contraddittorie.
Il mese scorso, dopo che la stampa internazionale si era appassionata a questa storia, Debenedetti ha rilasciato un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais (una vera intervista) in cui infine ammette di aver inventato i suoi articoli. La sua analisi sulle ragioni appare piuttosto pretestuosa, e insieme piuttosto fondata.
“L’informazione in questo paese è basata sulle bugie, sulla falsificazione. Se chi parla dice cose che corrispondono alla linea editoriale, se viene visto come uno dei nostri, si può dire tutto. Io mi sono semplicemente prestato a questo gioco, per poter lavorare, e ho giocato fino alla fine per denunciare questo stato di cose. Ma mi piace essere il campione italiano della menzogna”.
..ma non era feltri?
L’intervista sul Pais che avete ripreso sul Post dice, più di mille discussioni su modelli di business, concorrenza di internet e analfabetismo di ritorno degli italiani, perché i giornali vendono sempre meno. Vendono meno perché spesso non sono capaci di funzionare con meno soldi (perché non c’è dubbio che in Italia ci sono sempre meno soldi e in più quei pochi sono distribuiti peggio) se non truffando i lettori. Il caporedattore che dice a Debenedetti “non possiamo più scendere sotto questo livello” e non si pone minimamente il problema di pagarlo di più è plausibilissmo.
.. e Minzolini?
Ma non ci fu uno una volta, un precursore, che scrisse e fece pubblicare la cronaca di un concerto che invece all’ultimo era stato annullato? O è una leggenda metropolitana?
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E’ singolare che nessuno, in questa vicenda, si sia accorto che nel libro “Zuckerman scatenato” (1981), Roth crea il personaggio di un giornalista italiano che medita d’inventarsi un’intervista allo scrittore Zuckerman, cioè all’alter ego di Roth medesimo. Ne parlo nel mio blog: http://www.cronopio.info/?p=576
anche Maurizio Mosca da giovane inviato della Gazzetta inventò di sana pianta un’intervista a Zico il quale poi smentì di conoscerlo. Naturalmente Mosca perse il posto anche se fece “carriera” comunque.
Mi auguro abbia ragione chi diceva che il futuro dei media sta nelle cose fatte bene.