Notizie che non lo erano

L’agitazione intorno alle sorti della maggioranza è una grandissima palestra di notizie che non lo erano. Bisogna pensare che è agosto, che la cronaca nera non sta offrendo alle redazioni niente di  davvero appetitoso – nessun “giallo dell’estate” – che sono giorni poveri di grandi crisi internazionali e nelle redazioni si sa che con gli incendi e le alluvioni non si attraggono i lettori più di tanto. Mentre la materia più eccitante di questi mesi è stata la tensione nella maggioranza, con la personalizzazione delle questioni politiche e le parole grosse e le case a Montecarlo eccetera.
Insomma, bisogna occuparsi di politica: il problema è che non succede niente e rischia di non succedere niente per tutto agosto. Dopo la precipitazione della scissione nel PdL, l’adrenalina si è sgonfiata e la concretezza è andata in vacanza. E quindi ogni giorno è una rincorsa dei politici non ancora in vacanza per far dire loro qualcosa: crisi o no? Si voterà o no? E i politici non ancora in vacanza ci stanno, perché andare sui giornali porta sempre attenzione e voti, e dicono tutto e il contrario di tutto, non avendo la minima idea. Ora stanno esaurendo le opinioni di fronte al nulla, e quindi in questi giorni tutti dicevano la stessa insignificante cosa: “se si vota siamo pronti”.
Il caso più interessante è forse quello di Bossi, che il 28 luglio aveva detto ”Sono sicuro che non si va ad elezioni” (ripreso con ampio spazio da tutti I giornali) e martedì scorso ha detto “Meglio andare subito al voto” (ripreso con ampio spazio da tutti I giornali). E probabilmente vale su di lui quello che questa settimana ha spiegato in un’intervista il ministro Maroni: «Bossi vi prende in giro. Prende in giro voi giornalisti».

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