Come gli annoiati lettori di questi blog sanno, il titolare qui da anni riesce a concludere la lettura di pochissimi libri, per tutta una serie di ragioni. Meno ancora mi capita con quelli che tra questi si definiscono “romanzi”. Meno ancora con quelli tra i romanzi che superano le 300 pagine.
Adesso mi è capitato di leggere un romanzo di 380 pagine. “Mi è capitato” non è l’espressione giusta: per le ragioni di cui sopra è stato un accadimento deliberato, perseguito, voluto, compiuto con grande soddisfazione. È un modo un po’ stupido e macchinoso di dire che mi è molto piaciuto un libro, insomma. (Ci voleva tanto? Ti sembrava così banale da dire?)
Era da un pezzo che non mi godevo così la lettura di un romanzo, che non mi divertivo e insieme non mi montavano pensieri e riflessioni (a un certo punto è spiegato in termini socio-scientifici un concetto che assai più dilettantescamente avevo inserito in “Un grande paese”, sul prevalere del bene per ragioni di utilità) e per non farla ulteriormente lunga vi dico come si chiama e vi rimando alla lettura di alcune sue pagine. Si chiama “La cospirazione delle colombe”, lo ha scritto Vincenzo Latronico e lo ha pubblicato Bompiani.
Che tu riesca a leggere pochi libri lo si capisce dalle cazzatielle di cui solitamente ti occupi.
Secondo me quelli di tua moglie li leggi (e le fai anche il riassunto e la perifrasi) e li leggeresti anche se fossero lunghi come Guerra e Pace e la Recherche messi insieme…
Notevole poi l’automarchettone della serie “Non ho tempo per leggere libri, ma ho tempo per scriverli (purtroppo per voi e per gli ormai esausti banchi espositivi delle librerie…)”
Dimenticavo…
…Secondo me ti piacciono anche molto i libri di tua moglie, talmente tanto che quelli degli altri ti hanno un po’ disgustato…
Ho acquistato il libro sulla fiducia – malgrado le opinioni di scorretto e gretto – spero di non avere sbagliato :-))