Non bisogna mai essere rigidi e giudicare le cose in base a schemi fissi, però è notevole che di fronte allo spot contro l’evasione fiscale presentato ieri dal Governo, Francesco Boccia del PD lo attacchi chiedendo invece di “inasprire le sanzioni” e dicendo che “non è da forcaioli chiedere le manette per gli evasori”.
Cioè, non bisogna mai essere rigidi e giudicare le cose in base a schemi fissi, ma è interessante che ci sia un caso in cui da sinistra – dove si è storicamente sempre contestata l’efficacia delle repressioni pure, delle pene più dure, della severità e del carcere, sostenendo che nei fenomeni sociali sono indispensabili interventi culturali, educativi, di costruzione di contesti e coscienze diverse – a questo giro si contesti invece un progetto di comunicazione ed educativo (fragile quanto volete, è uno spot in tv, tutto lì) sostenendo che ci vogliono più manette.
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Provo una giustificazione “da sinistra”: un provvedimento di controllo e punizione da parte di un governo che ha sempre affermato (fino a qualche giorno fa, se non sbaglio) che l’evasione è la normale reazione a un’ingiustizia, sarebbe di per se un’operazione culturale di un certo impatto (mentre uno spot evidentemente ipocrita avrebbe un effetto nullo, come quello sulla sicurezza sul lavoro, altrettanto orfano di provvedimenti veri).
Massì, ma certo, ma non è già abbastanza duro, anzi troppo duro, uno spot per dire che chi fotte all’Erario mld di euro all’anno è un bambino cattivo e non lo deve fare più? E che si pretende, di punire chi è parte attiva dello sfascio del Paese? Non sia mai.
Congratulazioni vivissime, Sofri, ci siamo arrivati al finale della Fattoria degli animali, dai e dai.
Acuto come sempre, Luca.
Avendo letto Hugo sono contrario alla prigione per debiti (anche se si tratta di evasione fiscale). Se poi si sconfina nella bancarotta beh, è un altro discorso…
Mi chiedo perchè quando la sinistra era al governo non ha fatto quasi nulla di ciò che oggi rimprovera al pdl. Dalle statistiche dell’Agenzia risulta che l’evasione è rimasta sostanzialmente invariata con Prodi e Padoa Schioppa. Ma volontà e l’interesse a combattere l’evasione non c’è e non ci sarà mai, chiunque governi.
Per combattere l’evasione non servono né gli spot, né le manette, né (probabilmente) serve inasprire le sanzioni. Servono semplicemente i controlli. Tutti gli italiani pagano il biglietto in treno, e per raggiungere questo incredibile risultato non abbiamo avuto bisogno di spot, di manette, di proclami, ma solo di semplici controlli a campione.
In trent’anni non ho mai visto nessuno chiedermi lo scontrino all’uscita di un negozio.
Non ho capito però se chiedere dei controlli sia di sinistra o di destra, e quindi se questa richiesta sia coerente con le mie idee di sinistra. Ora vado a risentirmi Gaber, giusto per farmi un’idea e cercare di risolvere questio mio importante problema esistenziale.
non è di sinistra far finta che i ricchi evasori fiscali possano essere messi sullo stesso piano di un ladro di polli. posso capire che sarebbe più sensato promuovere l’attività della guardia di finanza e contemporaneamente riequilibrare il sistema di tassazione, ma questo spot è una presa in giro. e basta.
Beh, pagare il biglietto in treno, non si è fatto uno spot, ricordo quel cantante rock Adriano Celentano che beccò miliardi per fare spot alle Ferrovie, a quelle Ferrovie, con quei treni, per cui noi pagavamo il biglietto viaggiando tra sporcizia, in piedi, al freddo, ecc. Ricordo molti dei miei viaggi dal profondo sud a Turìn, lungo l’Adriatico: quando arrivavi a destinazione, 16 ore dopo se non c’erano ritardi sulla tabella di marcia, la mia anima aveva abbandonato il corpo e non poteva nemmeno andare a fare una telefonata perché non c’erano gettoni e monete. Quando poi, a tarda sera, la mia anima tornava nel mio corpo, l’anima partiva di nuovo a Porta Nuova senza pagare il biglietto.
Sulla faccenda delle manette e degli evasori, dovremmo rimaterializzare il fenomeno facendo finta che avvenga in qualche altra parte del mondo; francamente, tra ufficiali della finanza arrestati, ex ufficiali fatti ordinari dopo che si erano appena laureati, dio e la pubblica istruzione sa come, quasi a cinquant’anni, mentre a tuo figlio in dieci anni di, come chiamarla?, collaborazione alle varie cattedre e anche tenendo corsi di laurea ufficiali, è stato commissario di esami per migliaia e migliaia di volte, senza percepire un euro,non hanno pagato nemmeno un piccolo rimborso spese, un buono per il pranzo o il cappuccino, nonostante Odifreddi vada affermando che i continui appelli in Italia , perché bisogna pagare la commissione d’esami ogni volta(scrisse proprio così tempo fa su Repubblica), svuota le casse delle Università; finanzieri a capo dei servizi segreti che pure questi dovevano essere fatti professori ordinari, cioè la spia che diventa ordinario!;commissari tributari che sono semplici geometri e vegliano sulle dichiarazioni di intere regioni( a Salerno finiscono le dichiarazioni di reddito della Calabria), allora, francamente,un cittadino italiano dovrebbe pagare il fisco in ragione e in ordine a tutto questo? Le manette a lui? Il ministro che sta a casa del suo assistente finanziere anziché nella Caserma dei finanzieri e i finanzieri che, in alcune regioni o dappertutto?,sono arrivati a fare cooperative edilizie, e le rendono pubbliche quando, in occasione dei funerali di colleghi e parenti, mettono nella testata del manifesto funebre la ragione sociale del loro sodalizio?
Sì, il distacco dell’anima era molto comune intorno al 1910, come narra Woody Allen, ma pare che anche Salvatore Giuliano, che non riapparve di colpo fra i violinisti dell’Orchestra sinfonica di Vienna,lo praticasse, inizialmente perché non era male come modo di viaggiare, anche se una volta s’incazzò di brutto perché, avendogli scambiato i bagagli,non riuscì che a rientrare nel suo corpo dopo non si sa che nottataccia!
ma boccia chi?
quello che ha perso due volte le primarie in puglia contro vendola e che adesso sta pure in parlamento? ma lo state pure ad ascoltare?davvero non avete niente di meglio daffare il 9dell’8?
spritz!
Le manette no, ma io a chi evade togliere il diritto di voto, in durata proporzionale a quanto ha evaso.
Magari a loro non ne frega niente, ma io preferirei sapere che chi non paga le tasse non decide come vanno impiegate quelle che pago io.
E’ solo da noi che non si capisce come far pagare le tasse o sbaglio? Ragioniamo un secondo: le leggi ci sono. Mancano i controlli. Allora si decide di fare più controlli, ma manca chi è in grado di farli: per carenze organiche (dovute a mancanza di fondi), per scelte politiche, per scelte opportunitistiche. Si decide allora di fare altre leggi che permettano di risolvere la situazione mentre complicano il sistema ed in tutta impunità gli evasori sempre aspettano il prossimo condono.
Niente manette, niente galera. Chi non paga e si fa prendere, paga il doppio. E subito.
Ma vallo ad applicare te nel nostro Bel Paese.
HS
E’ come per la questione morale.
Quelli di sinistra sono convinti di essere “migliori” malgrado Penati e gli altri.
Dicono che loro hanno nell’occhio la pagliuzza e che i destri vi hanno la trave.
Io sono convinto del contrario e che sanno soltanto usare per sé il bistro per truccarseli gli occhi molto meglio dei destri. Così la trave non si vede.
Idem per quanto riguarda la forcaiolità.
Sono sostanzialmente forcaioli – se no perché ci sarebbero stati il KGB e la STASI da cui hanno preso lezione – sostenendo falsamente che nei fenomeni sociali sono indispensabili interventi culturali, educativi, di costruzione di contesti e coscienze diverse.
E c’è sempre quell’idea di fondo rivoluzionaria del popolo affamato che si rivolta contro chi ha i dané. A morte, a morte….
Mi sembra comprensibile e doveroso in un paese in cui la cosiddetta destra professa l’impunità e l’illegalità. Se poi, vabbè, dobbiamo usare schemi fissi e ci tocca essere più garantisti xchè di sx al processo lungo ci toccherà contrapporre il processo lunghissimo la prossima volta.
ma a cosa potrà mai servire quello spot? E’ inutile, dunque ridicolo.
Controlli, controlli a tappeto, l’unica via per riprisitinare legalità e introiti fiscali.
Clarenza, ma sta scherzando? I controlli sono forcaioli. Servono interventi culturali, educativi, di costruzione di contesti e coscienze diverse. Cercherò di farlo capire anche al controllore nel mio prossimo Firenze-Pisa, poi vi dico che mi risponde.
Pingback: Sull’evasione fiscale dallo spot alla forca. « NON SI POSSONO FERMARE LE NUVOLE
Intanto, se per combattere l’evasione sono necessari più controlli, si parta da dati certi perché ci vorranno più controlli dove si evade di più cioé dove i vantaggi derivanti dall’evasione sono maggiori in quanto ottenuti su redditi maggiori.
A che serve perseguitare il barista di Noto che vende il caffè a 90 centesimi mentre il barista di Bra o di Cittadella lo vende a un euro e cinquanta? Pur comprando entrambi lo stesso caffè brasiliano o di chissà dove.
Ed allora dove?
Ci sarebbe uno studio: http://www.spazioforum.net/forum/topic/56118-evasione-fiscale-il-nord-batte-il-sud/
E’ così difficile controllare i capannoni?
Poi ci sono i tempi biblici del recupero delle somme evase accertate…
E siamo alla solita solfa italiana dove pare che l’evasione ragginga il 54% del reddito prodotto…
Fin dai tempi di Vanoni ministro delle Finanze o di Einaudi presidente della Repubblica.
A São Paulo hanno un sistema interessante: ad ogni acquisto (nel negozietto all’angolo o dal concessionario auto) si richiede la ricevuta fiscale e si comunica alla cassa il proprio codice fiscale (in Brasile sono 11 numeri, senza lettere). Alla fine dell’anno si riceve dallo Stato un rimborso pari a circa il 30% di una tassa (chiamata ICMS, Tassa sulla circolazione delle merci e sui servizi) pagata dai negozianti in questione. Funziona anche con bar e ristoranti. Insomma, alla fine il cittadino ci guadagna, se chiede la ricevuta ogni volta.
“Non bisogna mai essere rigidi e giudicare le cose in base a schemi fissi …” ma quando si parla di carcere e a invocarlo, in qualche modo, e’ la sinistra si puo’ fare tranquillamente una eccezione e tirare fuori automaticamente tutto il nostro “scandalo” per qualcuno che dimostra di non aver apprezzato l’intento cultural-comun-educativo di uno spot.
Domanda: uno spot della A.d.E. che sullo stesso tema, piuttosto che dilungarsi sulle varie fenomenologie parassitarie, avesse laconicamente recitato l’articolo del codice penale che prevede la reclusione per l’ evasione fiscale a partire da una certa somma … sarebbe stato considerato egualmente cultural-comun-educativo?
Lo spot antievasione è sulla radio.
Non so se su tutte le radio perché io ne posso ascoltare solo una o solo una alla volta.
Mi sa che tra le altre finalità positive o meno, lo spot abbia raggiunto anche quella di distogliere l’attenzione dalla casta dei politici nell’abuso del denaro pubblico per trasferire l’attenzione sui cittadini non sempre e non tutti ligi pagatori delle tasse e, quindi, responsabili loro della crisi economico-finanziaria attuale.
Suvvia, un po’ di onesta intellettuale. questi “interventi culturali, educativi, di costruzione di contesti e coscienze diverse” li puoi fare sulla prossima generazione, non di certo su questa, che, in toto, tiene sommerso qualcosa come 240 miliardi di euro (praticamente un altro stato).
e comunque chiedere le manette per un evasore è normale. succede nei paesi scandinavi, in germania, inghilterra etc, tutti paesi civilissimi.
quando la sinistra si libererà dalle sue rigidezze e dal giudicare le cose in base a schemi fissi, allora forse avremo una dialettica politica. Insomma, intendo che passerà talmente tanto tempo, che anche B. non ci sarà più; perché sennò che dialettica vuoi avere?!
Ma forse il punto è un altro?
Quelle rigidezze e quei schemi fissi, sono un cartellino di riconoscimento per far si che chi vuole un certo tipo di sinistra – nostalgico – possa seguire la rotta…ma che rotta! Rotture, o anzi rutti?!
Questa è un’analisi seria e articolata.