Io me lo ricordo, quando nel mercato discografico e della musica pop arrivò Whitney Houston. Si sentiva solo lei, era nuova, era bella, e aveva questa voce perfetta: sembrava finta, in tutto quanto, ma con un risultato eccellente. Come una gran macchina di lusso. E vendette quantità enormi di dischi, con due o tre alcune canzoni altrettanto perfette per farle scatenare la voce e molti altri duplicati di quelle due o tre (avevo vent’anni, aiutavo nel negozio di dischi di amici specializzato in rock e musica indipendente, ma tenevano il disco di Whitney Houston anche loro).
Dopo divenne carne da macello per i giornali con i suoi malanni, e soprattutto le sue canzoni scomparvero: non le si sentirono più per anni, come estinte, mentre le radio “dei grandi successi” ritiravano fuori dal cassetto tutto tranne quelle. Rimasero tipo ibernate, nemmeno recuperate nei meccanismo di revival, di ti-ricordi-quella, eccetera.
Ma due o tre non erano niente male, nel loro genere: suonavano solo un po’ vuote, e oggi si sono dannatamente riempite. Ci passeremo la domenica, capace che ci troviamo qualcosa di nuovo.
L’ho sentita cantare a Torino qualche anno fa in occasione delle Olimpiadi invernali. Fu un disatro più o meno ma molti di noi erano, nonostante tutto, felici di vederla, a prescindere. I will always love you è talmente famosa, talmente storia e lei pure è talmente storia che..il corriere.it oggi alle 09,00 dedicava alla notizia un trafiletto, 5 righe. Sarà che sono tutti concentrati per l’evento musicale dell’anno (non i Grammy ovviamente) Sanremo
Whitney Houston: Yes, somewhere tonight Patrick Bateman is weeping, shocked but not surprised, and ordering three hookers instead of two…
https://twitter.com/#!/BretEastonEllis/status/168505561128775680
ma è mai possibile che anche in occasione della morte si trova il tempo di fare polemica con i giornali. il correre.it delle 9 del mettino… e alle 10 quante righe c’erano? e alle 11? tristezza.
@ Carlo M – Non è polemica, è la prima cosa che ho pensato questa mattina quando l’ho scoperto. Perché l’ho saputo così, tramite il corriere, la prima cosa che mi è venuta in mente (proprio per la stima nei confronti di WH) ho pensato cavolo ma è caduta così in basso da aver fatto dimenticare a tutti quello che è stato. Per fortuna non è così. Comunque capisco che ciò che ho scritto possa essere frainteso, avrei potuto pensarlo anch’io ;-).
Non e´ detto che la vetrina del negozio di dischi dei nostri amici sia il posto migliore dal quale osservare il mondo.
@pifo Sono curiosa, voglio capire!
@Anais.
Si puo “tracciare” la storia della musica pop(olare), divenendo il tratto di unione tra le Ross e le Franklin degli annni 60 e 70 e le attuali Carey e Beyonce’ “, insegnando nel frattempo a cantare alla J.Jackson e “rivitalizzando in senso gospel la tradizione della musica afro-americana” anche con solo “due o tre canzoni altrettanto perfette”.
Si puo’ divenire l’artista donna piu’ premiata della storia della musica anche con “due o tre cose niente male nel loro genere”.
Si puo’ possedere una voce definita unica per “fluidita’, purezza, abilita’ di infondere ipnotizzanti sfumature liriche e melodrammatiche” ed essere allo stesso tempo “una gran macchina di lusso”.
Si puo’ essere definitivamente pop anche “rimanendo ibernati”, con le “radio dei grandi successi” che non trasmettono piu’ i tuoi brani, con i giornali che fanno di te carne da macello.
Si puo!
Forse, rimanendo dietro la vetrina del negozio di dischi dei nostri amici, specializzato in musica rock e indipendente, non ce ne rendiamo immediatamente conto, pero’, prima o poi, la maggior parte di noi esce dai negozi e si accorge che le visuali sono assai piu’ ampie di quelle ristrette delle nostre vetrine.
E’ piu’ chiaro adesso? ;D
Saluti.
P.S. I virgolettati sono delle citazioni di varia provenienza.
@luca ruggieri
mi sfugge il nesso, che ci azzecca il carattere inventato da Bret Easton Ellis con la morte di WH?
Ora è molto più chiaro :-) ed è anche una cosa molto vera.
Grazie!
Ora Whitney. Prima Amy. A questo punto sono felice che Fay Hallam, cantante inglese che ebbe un effimero successo a metà anni Ottanta con i Makin’Time, non abbia avuto il riconoscimento che avrebbe sicuramente meritato, visto cosa può succedere alle stars. Tornata nel circuito indie, dopo un periodo di stop suona ancora e produce dischi con i Fay Hallam Trinity, e ad inizio aprile verrà in tournè in Italia. Se la ricorda, signor Sofri?
Boh, farò la parte del “solito snob”, ma definirla una grande cantante significa non essere mai andati al di là di Laura Pausini. Si, aveva una notevole estensione vocale, e lo sapeva fin troppo bene, ma una bella voce non fa una grande cantante. Le prime che mi vengono in mente: Nina Simone, Billie Holiday, non avevano una “bella” voce. Pace all’anima sua.
@Daniele53
http://www.youtube.com/watch?v=bcxP6vC6zog
@antoven
Many thanks :-)
capito!