Mi passano accanto una madre e un ragazzino di dodici-tredici anni, direi; parlano evidentemente di una prossima vacanza negli Stati Uniti, e il ragazzino dice:
«La prima cosa che faccio in America è comprarmi un’arma»
Mi passano accanto una madre e un ragazzino di dodici-tredici anni, direi; parlano evidentemente di una prossima vacanza negli Stati Uniti, e il ragazzino dice:
«La prima cosa che faccio in America è comprarmi un’arma»
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Fosse soltanto una “sparata” da tredicenni. Se ne vedono un po’ di ragazzi e ragazze di venti, venticinque anni, anche studenti universitari in scambio, per i quali “andare a sparare” è una delle prime esperienze da fare una volta atterrati (e neanche in strutture attrezzate e autorizzate: nei campi, usando le armi di qualche amico e pagandogli le munizioni); gente che si ferma estasiata nei negozi sportivi ad imbracciare fucilazzi per farsi fare delle foto e bullarsi con gli amici in patria. Prima del buon gusto e della sensibilità verso tematiche così spinose viene, comprensibilmente ma in maniera non proprio condivisibile, la fascinazione per un certo cinema.
Credo sia lo stesso “meccanismo sociale” che spiega le sparate al bar sulla pena di morte e mille altre inciviltà di cui siamo ben infarciti – tutti – non è che il norvegese che ne ha ammazzato settanta avesse i modelli pedagogici texani alle spalle.
Forse, drammaticamente, sarebbe il caso di rinunciare all’ipocrita presunzione con cui immaginiamo che basti (cercare di) costruire in una società “eticamente corretta” e porre forti limiti, per esempio, all’uso e alla proprietà delle armi, per migliorare la convivenza e limitare realmente certe aberrazioni.
Sarò cinico ma, sinceramente penso che fanno altrettanti (se non maggiori) danni migliaia di altre storture sociali: in Italia per esempio la causa principale di morte per bambini fino a 14 anni sono gli incidenti (in/da auto, in casa, ecc.) per la completa assenza di repressione nei confronti del non uso delle cinture e seggiolini per i piccoli…
Devo ammettere che nell’anno in cui sono vissuto negli USA, ogni volta che tornavo dal supermercato passavo vicino ad un enorme negozio di armi con annesso poligono avevo la curiosità e la tentazione di andare a curiosare, per vedere se è davvero come nei film. Non l’ho mai fatto per una specie di pudore.
Ma pensa… è capitato anche a me