Notizie che non lo erano

È stata una settimana convulsa in cui le notizie che non lo erano sono diventate notizie o hanno generato notizie. Per esempio, il direttore del Giornale è stato condannato ad andare in carcere per un articolo non scritto da lui che conteneva allora delle notizie che non lo erano. E da diversi giorni si dice che “va in carcere”, però finora non è andato (per fortuna) in carcere e non si capisce se e quando ci andrà. Poi, per esempio, sembrava che Renata Polverini si fosse infine dimessa da governatore del Lazio dopo diversi giorni che i giornali l’avevano annunciata come “sul punto di dimettersi”, a ore: ma non si era davvero dimessa, e anzi ha proseguito a fare nomine e rimpasti di giunta. Così i giornali hanno preso a titolare che Polverini non si era dimessa. E lei allora si è dimessa, stavolta davvero.
Poi, domenica scorsa la Stampa ha riportato le parole in un’occasione pubblica del ministro per l’Istruzione Profumo, che aveva detto che andrebbe ripensata l’ora di religione nelle scuole. Ma nessun altro ha dato spazio a quelle parole per ben due giorni. Poi, martedì, il Corriere ha messo in apertura del suo sito le stesse parole e la stessa notizia, riferendo che avevano generato molto allarme e proteste. E allora per due giorni se ne è parlato su tutti i giornali, con interventi, opinioni, commenti, e pareva che da un momento all’altro cambiasse l’ora di religione. Fino a che il ministro non ha detto che lui non pensava proprio di cambiare niente e ha definito «interpretazioni fantasiose» le ipotesi su interventi del ministero in materia.
Infine, Mario Monti ha detto una cosa che forse significa che lui se qualcuno glielo chiede è disposto a tornare al governo dopo le elezioni (non a candidarsi, perché è già senatore a vita), smentendo le volte precedenti in cui aveva detto che no, dopo le elezioni lui tornava a fare altro. Vediamo la prossima volta che glielo chiedono.

 

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