Ecco, il nostro rapporto con l’informazione diventerà probabilmente così, forse lo è già: che non possiamo contare sul fatto che le cose che leggiamo e sentiamo siano vere, che raccontino accuratamente il mondo e la realtà. Alcune lo saranno, altre no, altre ancora un po’ sì e un po’ no. Possiamo decidere che non ci importa, che diventiamo destinatari di un groviglio di notizie e informazioni e dati che disegna la nostra idea del mondo, e non importa quanto si avvicini alla verità. Sarà un disastro per il funzionamento della democrazia, ma non vi pare in fatti che il funzionamento della democrazia già zoppichi?
Oppure possiamo avere caro che quel groviglio vi si avvicini, alla verità, e allora saremo costretti – ripeto, già lo siamo – a crearci una grande competenza e senso d’orientamento tra tutte le notizie che ci riceviamo, per costruire una comprensione delle cose che più si approssimi a come le cose sono davvero.
(io, qua)
It’s an imperfect colossal amount of information that has no algorithm, and no news organization has a huge staff to vet everything, so there’s going to be mistakes and gaps. It’s part of the evolution that were going through today. We’re going to see more chaos in larger stories to come; when you have that many people on social and with mobile phones, you’ll see a tremendous amount of eyewitness reporting around these; we’re just getting warmed up, quite frankly.
(Cory Bergman di BreakingNews)