Non si può

Come si può immaginare, nessuna sonora smentita di Matteo Renzi toglierà di mezzo dal chiacchiericcio e dallo scenarismo l’ipotesi che le traversie (eufemismo) della nuova legislatura possano essere affrontate affidando a Renzi stesso l’incarico di formare un governo. L’ipotesi è non solo molto implausibile guardando alla realtà delle cose: non si vede come possa attutire le intransigenze dei grillini, è molto difficilmente accettabile dai bersaniani anche se la sconfitta ha reso le loro obiezioni più deboli, non sembra stare nelle cose.
Ma soprattutto – se lo dovrebbero chiarire gli invocatori di Renzi della prima e dell’ultim’ora – non sarebbe una cosa democraticamente ed eticamente tollerabile. Renzi – come dice lui – ha perso le primarie. Un percorso di regole condivise ha stabilito che il candidato alla premiership fosse un altro e quel percorso e quel risultato non possono adesso essere accantonati e rimossi in nome di un’emergenza che è poi l’assenza di una maggioranza di governo. Che può anche suggerire la scelta di incaricare di formare il governo degli esterni ai risultati delle elezioni, ma che siano esterni: non un altro dirigente di uno dei partiti in ballo, che non era nemmeno candidato alle elezioni e che è stato democraticamente escluso dalla candidatura a premier.
Non si farà comunque, per ragioni di fatto, ed è probabilmente tutta fuffa giornalistica. Ma vediamo di essere d’accordo: non si può fare.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

17 commenti su “Non si può

  1. fp57

    Luca Sofri, sono d’accordo su tutto eccetto sul “non si puo’ fare”.
    Renzi ha perso le primarie per colpa delle primarie. Se siamo arrivati a pensare di affidare a Renzi l’incarico di governo e’ perche’ il PD non ne ha azzeccata una che e’ una.
    Hanno sbagliato a fare le primarie: le “primarie” gli stanno precludendo delle possibilita’

  2. riccardo r

    ma poi .. chi glie lo fa fare a Renzi di bruciarsi così in un fallimento annunciato?

  3. reta

    io ho votato bersani alle primarie e vorrei essere rispettata. adesso che grillo pretenda di scegliere perfino il candidato leader del pd è inaccettabile. a quelli di sl vorrei dire che…senza bersani nicki avrebbe fatto la fine di ingroia. comunque basta civettare con grillo. metta on line i suoi redditi e quelli del partito. il fatto quotidiano dica chi sono i suoi proprietari. e crozza qualche volta faccia pure l’imitazione di grillo, casaleggio, pizzarotti e di qualche grillino. non avrebbe che l’imbarazzo della scelta

  4. stenax

    Non si può perché Renzi dovrà governare vincendo pienamente le elezioni. E succederà. Qulasiasi tentativo precedente e alternativo servirebbe solo a indebolirlo.

  5. Lowresolution

    È interessante osservare come i maggiori mezzi di informazione italiani in questi giorni stiano rilanciando ogni possibile diceria sollevando un polverone mediatico in cui si capisce più nulla e chi stia dicendo che cosa. Anche la smentita di Renzi, che a me è sembrata chiara, viene riportata e distorta fino a suggerire qualcos’altro.

    Comunque a mente un po’ più fredda mi sto convincendo che il PD deve stare calmo, fermare le dichiarazioni, mettere da parte i vecchi e smettere di rincorrere o inseguire Grillo, facendo il suo gioco, peraltro.
    In un certo senso questa situazione potrebbe essere una grande occasione per il PD: le regole sono saltate, la vecchia politica non c’é più, e sarebbe un colossale errore apparire come difensori della vecchia politica e delle vecchie manfrine. Il PD, almeno sulla carta, ha sempre avuto una vocazione riformista e rinnovatrice. Bene: se la giochi. Ora o mai più. Basta tatticismi, fumose dichiarazioni e incertezze. Sfidi Grillo sui contenuti e sulle riforme e non si faccia coinvolgere nei pettegolezzi mediatici.
    Il PD mostri al Paese che ha capito la richiesta di vero rinnovamento uscito dalle urne, e lo cavalchi con decisione e energia. Acune di quelle proposte sono anche nostre: portiamole in Parlamento subito. Non è più il momento della difesa, bisogna andare all’attacco. Dobbiamo dire al Paese: “Volete il cambiamento? Bene, siamo pronti, facciamolo subito. E vediamo davvero chi ci sta. Costringiamo gli altri a decidere se cambiare qualcosa subito o continuare con il teatrino della vecchia politica e delle convenienze personali.
    Capisco che ci vuole coraggio, che per questo PD una simile mossa è difficile e pericolosa. Ma non ci sono molte alternative. Bisogna farlo anche per lanciare Un nuovo PD al prossimo giro di elezioni, che non sarà lontano. Giocare in difesa, anche dietro la narrativa della responsabilità e della difesa del sistema, significherebbe perderle di brutto le prossime elezioni e consegnare il Paese a Grillo, o peggio al ritorno di Berlusconi e della sua banda.
    Restiamo calmi, secondo me questa è la nostra grande opportunità: abbiamo detto tante volte che volevamo il cambiamento e ora possiamo farlo. Giochiamocela e dimostriamo che questo paese possimo cambiarlo.

  6. Robdale

    fp57 condivido.
    Renzi ha perso le primarie, si è seduto in panchina, e prima o poi può essere chiamato a togliersi la tuta, se ci fosse bisogno di una sostituzione.
    La domanda è: c’è bisogno di una sostituzione? Di un nuovo progetto? Un allenatore che, come dice low resolution, voglia finalmente giocare all’attacco? Io spero di sì. Chiaro che non deve essere per forza Renzi. Anzi, visto come lo stanno trattando sul Blog di Grillo (se è con loro che bisogna trattare), l’hanno già bocciato.
    Ma potrebbe anche essere pretattica.

  7. Augusto Morosi

    Sarà banale, ma accogliere quanto stanno sponsorizzando varie testate giornalistiche, ogni notizia è buona per creare suspance su cui costrurire dibattiti, talk-show, dietrologie più o meno sostenute dai fatti, non ultima Teresa Mieli ieri, affosserebbe lo stesso concetto di Primarie. Probabilmente andranno attualizzae, meglio va accolto il principio della massima apertura: il Pd o chi le sceglie come metodo dovrà rendersi conto che rappresentano uno strumento per rendere contendibili e continuamente revocabili gli incarichi, le scelte, i programmi. Pertanto, concordo: non si può fare.

  8. Lowresolution

    Oggettivamente il fallimento di queste elezioni è figlio delle primarie. Inevitabilmente le primarie vanno rimesse in discussione. Se diventano un modo con cui un partito si chiude in se stesso, meglio cambiare. Le primarie funzionano se permettono al partito di rinnovarsi, e se danno ai cittadini una vera libertà di scelta.

    L’errore che molti hanno fatto è stato di credere che la partita fosse contro Monti o Berlusconi, sottovalutando Grillo. Ora lo scenario è cambiato completamente, non ci sono più le regole e i punti di riferimenti di prima. Ripeto: è un’occasione fantastica per fare un vero salto in avanti e cambiare tutto. O cogliamo questa occasione o il PD muore. Se resta in difesa a proteggere il passato è finita. Le prossime elezioni non le vince.

  9. marietta

    Carissimo Sofri i suoi post di questi giorni sono vere lezioni di democrazia. Il PD non è un partito padronale ( PDL ) nè un movimento proprietario (M5S).Pertanto le sue scelte debbono scaturire da percorsi democratici individuati nelle sedi statutarie. Oggi Bersani non può essere emarginato e Renzi chiamato a sostituirlo senza una discussione negli organismi direttivi del Partito. Il fastidioso chiacchericcio di grande parte della stampa a proposito del cambio di premiership, ho idea che derivi dai soliti vizi dei dirigenti PD, non abbastanza rottamati, foraggiati da una stampa felice di dare addosso alla vittima di turno.

  10. Robdale

    Il segretario di un partito non dev’essere per forza anche il PdC. Nel decidere di varare un governo si può anche scegliere una figura altra che riesca a mettere d’accordo più parti. Vale a dire Bersani e Renzi possono restare ognuno dov’è, nel frattempo…
    Da quel po’ che capisco M5S su basa su dei dogmi che ne determiano la forza e che saranno difficile scardinare, fra cui quello del no alleanze. Ma anche loro hanno punti deboli. Adesso per loro inizierà una fase molto delicata. Si ritrovano con un centinaio di deputati eletti (fra camera e senato) con il sistema della democrazia elettronica e non con scambi di favori. E non per forza per Grillo/Casaleggio sarà così facile coordinarli, tenerli a bada. Chissà che tutti questi giovani deputati M5S non abbiano qualcosa in comune con i giovani deputati del PD. Chissà che la vicinanza di scanno e il lavorare sui fatti non crei più sintonie di quello che si può immaginare. Per me questo significa passare all’attacco. Cercare i punti deboli del M5S e non, come sta succedendo finora, il contrario e farsi impallinare puntualmente dai “nemici” di turno.

  11. giumbolo

    Condivido il commento di lowresolution delle 13:09, dalla prima all’ultima parola.
    Il PD ha un’occasione, deve giocarsela, con calma e … coraggio.
    È vero, non si deve sostituire il vincitore delle primarie con il perdente, ma… una umile proposta:
    e se, al momento giusto, si “lanciassero” insieme, Bersani, Renzi, Puppato: Renzi come “spina, pungolo” a garanzia della volontà di rinnovamento, Puppato come “rivoluzione” nell’approccio ai temi dell’ambiente, Bersani come garante dell’intera operazione, che coinvolgerebbe le preferenze dell’83% dei votanti alle primarie, cioè quasi tutto il PD? Ciascuno farebbe il suo mestiere, all’interno di un partito che vuole davvero rinnovarsi. Chi non ci sta, all’interno del PD, forse è la volta buona che torni a riposarsi, o vada altrove. A Grillo continuerebbe a non piacere? Probabile, ma chissà? Rischia che politici finalmente accorti facciano notare agli italiani: “vedete, ora le riforme sono pronte, da votare; lui, che dice di guardare alle cose, alla sostanza, NON LE VOTA ESCLUSIVAMENTE PER “INTESTARLE” A SE STESSO, PIÙ AVANTI, MENTRE L’ITALIA NE HA BISOGNO AL PIÙ PRESTO. Già ora pensa all’interesse del suo partito, proprio come i peggiori politici che critica …”. E sarebbe la verità.
    (Da un – non iscritto – votante alle primarie per Bersani, che ha anche stima di Renzi e Puppato…).

  12. Michele De Marco

    Nulla impedisce però che Pierluigi Bersani dia le dimissioni da Segretario del PD e che si faccia un congresso che indica a brevissimo le Primarie per il nuovo segretario. Non è detto che Renzi partecipi. Ha detto chiaramente che negli USA i candidati alle Primarie per Presidente della Repubblica rinunciano agli incarichi di partito. Vediamo chi si fa avanti. Civati già c’è, per esempio.

  13. Zeb

    Ma perché il PD deve andar nel panico qualsiasi cosa succeda, vinca o perda?
    S’è dato delle regole, stiracchiabili quanto si voglia, ma che dicono che se si vince le elezioni il Segretario si dimette e va a fare il Presidente del Consiglio: dopo si immagina che qualcuno prenderà il suo posto, e con Primarie magari aperte a tutti con pochi frigni e lagni, chissà…
    E non le avrà mica perse, il PD, queste elezioni: non con tutti quei deputati alla Camera e quel bel manipolo al Senato; le avrà vinte male, in retromarcia come capitò anche al PC sulla DC, ma allora il terzo incomodo poteva al massimo esser Craxi, non i Verdi (perché questo i M5S sono: i vecchi Verdi, o meglio i loro figli) al 25 % con tendenza al 40…
    E quindi Bersani prenda su la sua croce e prepari questo benedetto Governo di Scopo, che è già grassa non sia il Governo dello Scopo, Renzi ha da fare per prepararsi al prossimo giro…

  14. giaimeddu

    La cosa bella di questa situazione è che, finalmente, costringe il PD ad entrare nel terzo millennio. Ha sempre ragionato su schemi classici, ma oramai sono saltati.
    Si fa un gran chiacchierare di nomi, proposte, triumvirati, asseze tattiche dall’aula; ma se invece si provasse a rilanciare con i tanti contenuti forti che accomunano PD e M5S? Una serie di riforme essenziali, senza stare a vedere chi è il Presidente del Consiglio (peraltro scelto da 3,2 milioni di cittadini, così, sempre per ricordare gli ordini di grandezza), ma discutendo dei contenuti. A partire dalla legge elettorale, seguendo con la legge anticorruzione e concludendo con il regolare il conflitto di interessi. Se con questa tripletta il PD non riuscisse a trovare i numeri al senato, beh, si inchioderebbe il movimento 5 stelle alle sue responsabilità. Non credo che tutti i 9 milioni circa di elettori di Grillo siano intransigenti come appare dal blog. Qualcuno lo sarà, ma credo che, come in tutti i partiti, i simpatizzanti siano per la stragrande maggioranza persone che hanno interesse a che, davvero, il programma che hanno votato venga attuato.
    Se non si dovesse riuscire in questa, evidentemente difficilissima, operazione, almeno il PD potrà dire che ci ha provato. Ha messo gli interessi del Paese di fronte a quelli di bottega. Perché, o fa così, o la sinistra italiana è morta.

  15. odus

    La soluzione Renzi non sarebbe una cosa democraticamente ed eticamente tollerabile.
    Perché?, forse che in Italia dal novembre 2011, con la caligoliana nomina di Monti a senatore a vita – cadrega che il pensionatoprofessore non intende mollare – e la successiva sua nomina a presdelcons da un parlamento di nominati delegittimato con “strana maggioranza” su categorica imposizione di Napolitano sollecitato da Merkel e Obama è stata una cosa democraticamente ed eticamente tollerabile?
    Certamente no, ma l’abbiamo tollerata.
    Questo scrivo non perché sono tra i sostenitori di Renzi. Anzi!
    Ma perché sono convinto che con l’elettorato italiano suddiviso in tre tronconi del 25% più uno spezzone residuale del 10% andato al povero Monti, che ha sancito la non vittoria di nessuno, qualsiasi soluzione venisse prospettata non sarebbe una cosa democraticamente ed eticamente tollerabile-
    Ma che noi italiani pecoroni tollereremo tranquillamente.
    Ed alcuni perfino felicemente.

Commenti chiusi