Molti quotidiani italiani hanno raccontato un’impressionante e macabra storia per cui uno zio del dittatore della Corea del Nord, fatto uccidere per rivalità di potere da suo nipote, sarebbe morto “sbranato da cani randagi” davanti agli occhi del nipote stesso. Seguivano dettagli sulla scena e sulla vicenda. Ma la notizia, circolata su altri media internazionali poco attendibili, è stata messa da subito in dubbio da siti di news più autorevoli ed è stato il New York Times a pubblicare la prima ricostruzione – ne sono seguite molto altre – sulla sua probabile falsità. L’unica fonte era uno screditato giornale cinese, e secondo ipotesi successive l’origine sarebbe un giornale satirico che si sarebbe inventato tutta la storia.
Lo stesso è avvenuto con l’annuncio di un ricco impenditore cinese che ha annunciato di volere comprare il New York Times: la notizia in questo caso era vera, ma la maggior parte dei media mondiali ha spiegato che l’uomo è un tipo piuttosto bizzarro e mitomane, e che nessuna ipotesi realistica sulla vendita esiste. Ma i giornali italiani l’hanno invece trattata come questione concreta. Dopo che la sua offerta era stata presa poco sul serio, lo stesso imprenditore ha annunciato di voler comprare il Wall Street Journal.
Sabato l’ex capo di gabinetto del Ministero dell’Interno Giuseppe Procaccini ha scritto una lettera a Repubblica per spiegare che la sua intervista pubblicata il giorno prima sul quotidiano – sul caso dell’espulsione di Alma Shalabayeva – era corretta, ma il titolo chiamava “minaccia alla sicurezza nazionale” quella che nel testo era detta “minaccia alla pubblica sicurezza: e a livello istituzionale sono due cose ben diverse. (sempre in un titolo, il giorno prima, Repubblica ha moltiplicato per mille gli euro che i cittadini norvegesi possiedono di fondi statali legati all’estrazione del petrolio).
Domenica scorsa il portavoce del Vaticano Federico Lombardi è di nuovo tornato a smentire le notizie che aveva letto sui giornali a proposito di Papa Francesco: in questo caso alcune “aperture” del Papa sulle famiglie omosessuali riportate sui giornali sono state così commentate da Lombardi: “La forzatura è del tutto evidente, tanto da apparire in certi casi come una strumentalizzazione”.