Domenica scorsa, un rappresentante delle Nazioni Unite che lavora con I profughi in Siria, ha pubblicato su Twitter la foto di un bambino arrivato in Giordania alla Siria, scrivendo che il bambino si era “temporaneamente separato dalla famiglia”. Per una serie di equivoci e passaggi maldestri, quella foto è diventata per alcuni giornali in tutto il mondo, e molti italiani (alcuni quotidiani hanno messo la storia in prima pagina), la foto di un bambino che aveva viaggiato da solo nel deserto in fuga dalla Siria, o che si era perduto ed era stato ritrovato dagli uomini dell’ONU. In realtà i suoi familiari erano a pochi metri da lui, non mostrati nella fotografia, come hanno spiegato alcuni tweet e immagini successive.
Considerando solo quelli dati per molto probabili, e scartando tutti i nomi citati come possibili, sono 61 i nomi fatti dai tre maggiori quotidiani italiani come ministri del governo Renzi nell’ultima settimana. Dopo l’annuncio dei ministri veri, venerdì, 49 su 61 sono risultati infondati: e tra gli 11 ministri che non erano già nel precedente governo, 4 non erano mai stati citati dai “totoministri” e 7 sì.
Il Corriere della Sera aveva sabato in prima pagina un articolo sulle vacanze scolastiche degli studenti italiani intitolato “Le (poche) vacanze degli alunni italiani”, e che iniziava così: “Vacanze scolastiche: a sorpresa l’Italia è la più virtuosa. Cioè quella che ne fa meno”. Ma più avanti nell’articolo si spiegava, un po’ macchinosamente, che il dato era relativo solo ai giorni di interruzione tra l’inizio e la fine dell’anno scolastico, mentre le vacanze estive delle scuole italiane sono tra le più lunghe in Europa, e quindi anche maggiori le vacanze complessive.