Notizie che non lo erano

Resuscito in una nuova forma occasionale la rubrica, perché l’occasione è notevole. Lunedì scorso Repubblica ha messo in prima pagina questo virgolettato attribuito a Vladimir Putin.

«Prendo Kiev in due settimane»

A pagina 11, in testa all’articolo, il virgolettato è ripetuto così:

«Se voglio prendo Kiev in due settimane»

(Fa già una differenza, ma saremo mica gente attenta alle differenze, no? Si fa, punto). L’articolo fa la cronaca di una riunione di leader europei a Bruxelles sulla situazione in Ucraina: si immagina che i giornalisti non fossero presenti, e che cronache come questa si basino su testimonianze affidabili da parte di chi c’era. Dopo aver citato tra virgolette diversi interventi, l’articolo dice:

Prende la parola il presidente uscente della Commissione, Josè Manuel Barroso, che ha appena sentito Putin. Racconta che quando gli ha chiesto conto dei militari sconfinati in Ucraina, il leader russo è passato alle minacce: «Il problema non è questo — è la risposta dello Zar raccontata da Barroso — ma che se voglio in due settimane prendo Kiev». Come dire, non mi provocate con nuove sanzioni.

La minaccia di Putin non suona così incredibile nei suoi pensieri, ma che l’abbia espressa tanto esplicitamente e sfacciatamente a Barroso è abbastanza impressionante, è una notizia. Tant’è vero che Repubblica la mette in prima pagina.
La cosa strana, è che quella minaccia non la conosce nessun altro giornale del mondo, solo Repubblica: malgrado sia stata riportata da Barroso nella riunione, a quanto è detto. Nessun altro giornalista del mondo ha ritenuto di scrivere che Barroso avrebbe riferito quelle parole di Putin: o sono state raccontate a un solo giornalista nel mondo, o gli altri non le hanno capite in questo modo, chissà.
È così una notizia, che diverse ore dopo comincia a essere ripresa non solo su altri siti di news italiani, ma su diversi importanti giornali e siti internazionali, dallo Spiegel tedesco a BBC al Guardian. Tutti citano Repubblica come la fonte di quella minaccia arrogante di Putin, ma non ce n’è nessun’altra conferma, e nessuno chiede a Barroso. Anche su Twitter viene ripresa da ignari commentatori mondiali per dimostrare la concretezza delle peggiori intenzioni di Putin.
Quindi, nel frattempo, fonti della presidenza russa dicono che è stata estrapolata dal contesto e smentiscono che sia stata formulata in quel modo, protestando con Barroso. Ma anche se Putin non è uno che si tira indietro rispetto alle sue spacconate, certo, la smentita russa non è la più affidabile delle smentite.
Intanto però qualcuno deve cominciare a chiedere a Barroso e ai presenti ragione di quella dichiarazione, e della sua fondatezza. Così, dopo che l’ha commentata mezzo mondo, il 5 settembre il Wall Street Journal interpella una portavoce di Barroso, e in un articolo intitolato “La Commissione Europea smorza la polemica su «Kiev in due settimane» di Putin”, spiega questo:

Pia Ahrenkilde-Hansen, a spokeswoman for Mr. Barroso, said Thursday the EU has moved to address the issue “through diplomatic channels, not in the press.”
“I can only add that the president of the Commission informed his colleagues in the European Council in a restricted session of the conversations he had with President Putin. Unfortunately part of his intervention was made public out of context,” she said in a written response to The Wall Street Journal.
An EU official confirmed to the Journal this week that Mr. Putin had talked about his forces being able to take Kiev within two weeks in last week’s telephone call. But the person said the context of the comment wasn’t clear. The official said Mr. Putin may have made the comment to back up Russia’s denial that it had launched an invasion of Ukraine.
Russian state media reported on Tuesday that the country’s ambassador to the EU, Vladimir Chizhov, had written to Mr. Barroso saying Moscow may publish the transcript of their phone call “to remove all misunderstandings.” According to ITAR TASS news agency, Mr. Chizhov said Mr. Putin’s words had been “clearly taken out of context” in the remarks Mr. Barroso reportedly made.

Certo, può darsi che Putin abbia detto la minaccia minacciosa in quel modo minaccioso con cui è stata presentata, che nessun altro l’abbia saputo, e che Putin poi si sia spaventato del titolo di Repubblica ripreso in mezzo mondo e abbia goffamente negato una cosa detta davvero a Barroso per timore di aver fatto brutta figura.
Può darsi, va’ a sapere.

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Un commento su “Notizie che non lo erano

  1. Francesco

    In effetti il dialogo regge:

    P: “Ma io mica voglio invadere l’Ukraina”
    B: “e allora quei soldati nel loro territorio”
    P: “il problema non è questo, se voglio prendo Kiev in due settimane [e tu mi chiami un tentativo di invasione una bazzecola del genere?]”

Commenti chiusi