In ogni situazione di concitazione ed eventi in evoluzione, un gran pezzo di giornalismo internazionale (e quasi tutto quello italiano) va in tilt e – costretto dalle dinamiche del web a non lasciare un solo secondo senza aggiornamenti e senza esche per i lettori – affolla di notizie false il flusso delle informazioni e la comprensione di quello che succede. E questa è una cosa che sappiamo e che abbiamo imparato.
Vediamo come si è applicata in questi giorni su Bruxelles in alcuni casi spettacolari, e come in ciascun caso non si sia trattato di “errori inevitabili di giornalisti che fanno bene il loro lavoro e può capitare”, come alcuni vanno poi dicendo per autoassolversi, ma di notizie false di cui era facilissimo – e dovuto – verificare immediatamente la falsità, tant’è vero che in molti lo hanno fatto (e spesso non giornalisti, al posto dei giornalisti). O se non altro attendere a pubblicare in attesa di maggiore certezza. Non è “dolo”: è consapevole e deliberata rinuncia all’accuratezza e alla verifica, equivalente al dolo.
– Neanche un’ora dopo la notizia degli attentati, diversi siti di news e reti tv hanno spacciato un video del 2011 nell’aeroporto di Mosca per un video degli attentati a Bruxelles.
– Subito dopo la notizia dell’attentato nella metropolitana di Maalbeek, diversi account di Twitter e siti di news hanno sostenuto che ci fossero state esplosioni nella metropolitana di Schumann e in quella di Arts-Loi. Non era vero, le due stazioni erano solo coinvolte nell’evacuazione dei passeggeri perché vicine a Maalbeek.
– Molti siti di news hanno raccontato di un ragazzo sfuggito per incredibile coincidenza a questo e ad altri attentati precedenti: era una storia meno incredibile, montata e falsificata.
– Quasi tutti i maggiori siti di news italiani e molti internazionali hanno ridiffuso un presunto identikit di attentatore in fuga prodotto dalla polizia belga: la polizia belga lo ha smentito, è un falso.
Le parquet fédéral se voit contraint une fois encore de rappeler que les seules informations pertinentes sont celles diffusées régulièrement par voie de presse. Le parquet fédéral comprend le besoin d’information et insiste sur la nécessité de ne diffuser que des informations vérifiées et qui ne nuisent pas à l’enquête en cours
#Bruxelles, altra esplosione in metro Schumann.
— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) March 22, 2016
#Bruxelles esplosione anche a stazione metro #Schumann fumo e persone sui binari dopo esplosione. Aggionramenti https://t.co/ILdbyjZU7o
— La7 (@La7tv) March 22, 2016
#Bruxelles, ecco #identikit del secondo #kamikaze della #metro https://t.co/bXKH0i0XZo pic.twitter.com/fFykRalG8L
— RaiNews (@RaiNews) March 24, 2016
https://twitter.com/quotidianonet/status/713000420122238977
https://twitter.com/SkyTG24/status/712975879501119488
Grazie. A chi legge il francese, consiglio la rubrica “desintox” sul sito di liberation http://www.liberation.fr/desintox
Il meglio delle “notizie che non lo erano” però lo pseudo giornalismo italiano continua a darlo sulla politica interna e sulla cronaca.In questi casi credo che più che la volontà conscia di sensazionalismo ci sia tanta cialtroneria inconsapevole ed improvvisazione.Vero pure che-dal punto di vista della malafede nell’irrorare mass media con tali info sballate-da sempre il potere (quello italiano,poi) fa della confusione post stragi una sua linfa vitale(da Piazza Fontana in poi,passando per Twin Toers e g8 genovese et..).E,punto da non accanotonare mai,l’80% degli attuali mezzi di informazione o è in mano al Pd o lo guarda con (molta) benevolenza.Insomma:notizie,almeno qui da noi,frutto del dilettantismo,della nostra attitudine antropologica a “buttarla in caciara” e,in questo caso secondariamente,dell’interesse che ha il potere (basterebbe un ascolto di “Storia di un impiegato”,non altro)a veder ingigantito il caos,per avvantaggiarsene.Le forze conservatrici(tale è il Pd) più delle altre.
Un dettaglio: la fermata è Schuman, con una n sola. È intitolata al padre fondatore della Comunità Europea, non al musicista.