Resisto alla tentazione di un esteso racconto della distribuzione e delle diverse identità dei cinque maggiori negozi di dischi a Pisa negli anni Ottanta: mi limito a sancire che ne è rimasto uno solo, che ha cambiato peraltro sede. Nella sua sede originaria, in Corso Italia, comprai trent’anni fa l’EP di “I want your sex” (non so perché lì: forse in quello più “indie” che frequentavo allora non tenevano George Michael). La data esatta non la so, ma dev’essere uno dei prossimi giorni, perché “I want your sex” uscì ufficialmente oggi, il primo giugno 1987.
Allora se ne parlò soprattutto per un bacchettonismo del tempo: erano già gli anni Ottanta ma erano ancora gli anni Ottanta. E quindi generò scandalo e censure anche la sola cosa che una canzone avesse “sex” nel titolo, non si era mai visto: e il video era ancora troppo osé, in tempi in cui si diceva “osé”. Poi di sesso parlava, anche se con una gran propaganda sulla monogamia, ma insomma era una proposta a farne tanto e allegramente, su una efficace base dance, in tempi in cui le campagne di prevenzione sull’AIDS mettevano molto in allarme sul sesso spensierato (e per alcuni la canzone aveva quindi un approccio scellerato) . Adesso dirò che non è mai stato poi uno dei miei pezzi preferiti di George Michael, pur rispettandone le trovate di arrangiamento: ma viene molto nobilitato dalla versione lunga, quella sull’EP appunto, in cui succedono cose ancora più varie (i fiati e tutto l’ambaradàn dopo 4.50!). Lo stesso George Michael poi evidentemente non ne fu convinto a lungo – malgrado il successo pazzesco di vendite e classifiche – e la fece scomparire dai suoi concerti e antologie.