Da che parte stare su da che parte stare

Oggi Michele Serra è tornato a raccontare, nella sua rubrica su Repubblica, il suo spaesamento di fronte alle per lui misteriose ragioni di spartizione politica del “caso Chico Forti”. “Perché”, si era già chiesto Serra in sintesi, “Chico Forti è diventato difeso dalla destra, e usato come strumento contro la sinistra?”.

Il precedente di Silvia Baraldini non è proponibile. In quel caso la componente politica pesava con evidenza, nel bene e nel male. La giustizia americana la considerò colpevole di reati di associazione sovversiva. La sinistra italiana (in uno dei pochi momenti della storia repubblicana in cui è stata al governo: D’Alema presidente del Consiglio, Diliberto ministro di Grazia e Giustizia) si espose per i diritti di una detenuta per reati politici. Venne duramente criticata per ragioni politiche. Il contenzioso si capiva. Era comprensibile. Ci si poteva schierare.
Ma Chico Forti? Bandiera della destra, perché mai? Che cosa c’è “di destra”, in tutta questa storia? Non ho niente contro di lui, non ho niente da dire in suo favore (se non la generica vicinanza che mi viene da esprimere a chiunque sia detenuto).
Perché la destra ne ha fatto una bandiera? Per improvvisazione? Per caso? Per simpatia fisica con un bel signore atletico?

E le curiosità di Serra rivelano una disarmante dinamica più generale. Ovvero che ormai l’identitarismo partigiano e curvaiolo non solo prevale sui contenuti e sulle idee, ma prescinde dai contenuti e dalle idee. Basta che qualcuno prenda una posizione qualunque e tutti quanti si ridispongono automaticamente, per stare da una parte o dall’altra: in ossequio alla sventata retorica dello “scegliere da che parte stare” eccetera. In ossequio allo scegliersi i nemici – farseli scegliere da qualcun altro – e pensare di conseguenza (e votare di conseguenza). E così adesso la storia di una persona condannata per omicidio negli Stati Uniti, che si dichiara innocente, e che è stata rimpatriata, sta creando entusiasmi da una parte e scandali dall’altra per il solo tic dell’entusiasmo e dello scandalo che nutre ogni nostra opinione. “Doccia di sinistra e vasca di destra” era uno scherzo divertente, adesso siamo ad averlo fatto diventare realtà.

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