“Non intendevo lasciare mia moglie che per me è la persona più importante della mia vita. Sono disponibile a qualsiasi cosa, ma non a rinunciare a mia moglie”.
Pensa se non lo era, la persona più importante della sua vita.
Non farei considerazioni sulle vicende personali del ministro Sangiuliano se non fosse andato lui stesso a descriverle in espliciti termini al Tg1. E farò solo due brevi considerazioni su tutta la storia, non perché non ce ne siano da fare – dal disperante al comico – ma perché che altro ancora vuoi dire?
La prima è che non c’è niente di “serio”, niente di “grave”, in questa storia, se non il suo essere esemplare del livello di mediocrità umana e stupidità che prevale in una crescente parte degli umani di questo paese. Ma in sé la storia è solo ridicola e penosa, e sono ridicoli e rivelatori della scarsezza di idee e impegni anche i toni indignati e solenni delle opposizioni: dal marziano allarme sui presunti segreti per la sicurezza nazionale detenuti dal ministro Sangiuliano, all’emergenza sulle riprese video a Montecitorio (qualunque passante o residente pubblica foto di Montecitorio), alle accuse al Tg1, che è un telegiornale e ha (per amichettismo, certo) fatto lo scoop dell’intervista al protagonista della notizia della settimana.
Il massimo di capacità di mettere in qualche difficoltà il governo in due anni le opposizioni lo stanno esibendo grazie a quanto è scemo il ministro della Cultura nelle sue relazioni private.
La seconda cosa è questa, che riguarda le frasi qui sopra dette dal ministro Sangiuliano al Tg1. Per il quale sua moglie – la quale ci perdoni tutti per questa indiscrezione, la cui responsabilità è però di uno solo – “è la persona più importante della sua vita”: e però ha appena comunicato di averla tradita con una relazione con un’altra persona. Questo è il modo con cui il ministro – esemplare occasionale di una affollata categoria di pensiero e comportamento – ritiene si trattino le cose e le persone più importanti della vita, e il livello di priorità che si è dato in questo senso. Quale fiducia si deve avere nella coerenza e nell’affidabilità su qualunque altra cosa importante per tutti di cui si occupi un ministro?
Lo scandalo eventuale è solo qui: il potere agli scarsi, il prodotto della prolungata guerra culturale e politica contro le qualità umane, morali e intellettuali. E il risultato è il ridicolo, senza mai neanche la dignità del drammatico.