Postilla danese

C’è un’altra cosa fastidiosa nel dibattito sulle vignette eccetera. È l’involontario ma esplicito razzismo che sta dentro il relativismo culturale: è la pretesa di essere indulgenti e rispettosi “perché loro sono fatti così”. Sono diversi, si incazzano e boicottano la Lurpak se un giornale ha pubblicato le vignette, “perché non capiscono la differenza, da loro non è così”. Manifestano e bruciano bandiere “perché per loro l’immagine del Profeta è sacra”. Pretendono le scuse del primo ministro “perché non conoscono la differenza tra governi e privati”. Sono diversi.

È evidente che chi sostiene queste cose, con una sincera convinzione di essere nient’altro che rispettoso degli altri, se dei naziskin assaltassero un giornale che ha pubblicato un attacco al Cristianesimo, non direbbero mai “sono fatti così, a loro le radici dell’Europa non gliele puoi toccare”, o “è stata una provocazione”. Ma anche a dei militanti Diesse che bruciassero in piazza le copie del Giornale o proclamassero che non ospiteranno più padani nei loro ristoranti e alberghi, nessuno direbbe “sono stati provocati, loro quando gli tocchi Unipol si incazzano”.

Dare il diritto a qualcuno di comportarsi da cretino, o anche solo trovargli giustificazioni e provocazioni, è dargli del cretino.

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