Ho detto già altre volte che non critico mai le traduzioni italiane dei libri, per rispetto del lavoro ingrato, malpagato e precipitoso a cui sono costretti i traduttori: a volte sbagliano, altre traducono proprio male, ma hanno mille attenuanti. Quindi non dirò in che romanzo di un grande editore italiano ho trovato ieri l’espressione “ritmo ferratissimo”.
(qua ce ne sono altri quarantacinque)