I temi che attraggono gli inserzionisti

La crisi dei giornali di carta non è una novità. La trasformazione del ruolo dei giornali in crisi neanche. Bene. Adesso il quotidiano americano USA Today si sta ripensando per far fronte alla crisi e adeguarsi ai tempi. E fa un ulteriore passo “oltre”, ufficializzando quello che di fatto già avviene in ampie sezioni dei giornali da tempo.
L’editore Dave Hunke ha arruolato l’imprenditore Rudd Davis, esperto di successi su internet. Davis è diventato vicepresidente e responsabile del “business development”, ovvero di attrarre pubblicità e trovare “altri luoghi” per vendere il giornale, scrive Associated Press.

Davis ha saputo convincere Hunke che la redazione di USA Today deve privilegiare i temi che attraggono lettori e inserzionisti sul web e sui supporti digitali

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7 commenti su “I temi che attraggono gli inserzionisti

  1. matnet

    DEi miei colleghi all-università Bicocca, un economista sperimentale, un sociologo ed uno psicologo stanno facendo un lavoro sperimentale sottoponendo dei soggetti alla scelta di visionare un filmato morboso (tipo GF o simili) oppure in alternativa un documentario o qualcos’altro che noi qui definiremmo interessante. dopo la visione misurano il gradi di soddisfazione, appagamento, “regret” etc. Cosi si scopre che nella maggior parte dei casi la gente è attratta dalle visioni morbose ma poi ne resta grandemente insoddisfatta. Mi sembra che qualcosa di molto simile sia quello che da tempo denuncia Sofri per i giornali ed i siti internet. Se volete è un risultato che invoca un certo grado di paternalismo (ma qui siamo gia alla policy). Però sarebbe bello provare scientificamente questo risultato fuori dal laboratorio e su una piattaforma reale come ilpost. se il post fosse interessato se ne potrebbe parlare (sono anche io un economista sperimentale).

    Ciao

  2. Kekko66

    “e poi bisogna evitare di scrivere articoli noiosi e lunghi”, chissà quali altre perle gli avrà consigliato

  3. Urlo

    @matnet: e in base a quali variabili ad esempio ilPost sarebbe più interessante e meno morboso di ad esempio l’Espresso? Cioè, qual è la definizione di interessante?

    E poi, chi l’ha detto che gli articoli di laRepubblica non siano interessanti? Il fatto che ci sia una donna seminuda di fianco all’articolo per così dire interessante rende l’articolo stesso morboso?

    Infine, a mio intuitivo parere, la soddisfazione post-visione/lettura di un contenuto interessante è ovviamente maggiore poichè l’esperienza ha un riscontro a lungo termine, ovvero lascia qualcosa al fruitore, mentre la soddisfazione durante la visione/lettura/fruizione di un contenuto morboso si basa di più su un’esperienza a breve termine e che si consuma nella fruizione stessa.

    Sarebbe interessante osservare con una MRI quali parti del cervello sono attive durante la fruizione di due contenuti diversi, ma probabilmente è stato già fatto (?).

  4. pla8

    ap vende a usa today, e tanti altri. getty vende le foto anche avoi. sembra che il ruolo delle agenzie di stampa sia destinato a cambiare, per venire incontro alle nuove esigenze commerciali dei loro clienti… “la società di massa non ha prodotto solo l’immondizia per i clienti, ma ha prodotto anche i clienti”

  5. matnet

    Per Urlo. Io pensavo a differenziare il contenuto su un unica piattaforma. Certo avere Repubblica sarebbe meglio, perchè loro per definizione hanno il boxino morboso e la colonna delle informazioni “non morbose”. Ceto ci sono delle questioni metodologiche su cosa definire “morboso” ma credo che non sia difficile individuare un criterio sufficientemente ragionevole per dividere i due contenuti. Si tratterebbe poi di somministrare un questionario preparato per misurare le variabili interessanti dopo la navigazione avendo quindi come gruppo di riferimento quelli che hanno visto la notizia morbosa e come controllo quelli che hano visto la notiza non morbosa. La tua intuizione è ragionevole. si tratterebbe di dargli sostanza empirica con un’esperimento di questo genere.
    Sull’MRI sarebbe fighissimo e non credo sia stato gia fatto. Ma una cosa alla volta :-)
    Se ilPost battesse un colpo….

  6. Pingback: Il futuro di USA Today: pubblicità, contenuti gratuiti e app per tablet « EJO – European Journalism Observatory

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