La bolla fuffosa

Della restaurazione del circo giornali-partiti abbiamo già parlato (anche sul Post): dopo il panico dei primi mesi di governo Monti in cui retroscena, scenari, ipotesi a vanvera e fuffa varia sembravano eliminati dagli interessi degli italiani, giornali e partiti appunto hanno recuperato le forze, si sono ricompatattati, hanno dato un po’ di colpi ben assestati alla credibilità del governo, e col concorso degli italiani stessi hanno rimesso al centro del dibattito pubblico la fuffa.
All’ennesima potenza.
Tipo che ieri si parlava seriamente dell’eventualità che Gerry Scotti diventasse capo del PdL. Per dirne una.
Altra cosa di cui si parlava, il presunto “caso Fassina”. Così svoltosi. Bersani sostiene un giorno sì e un giorno sì che il PD appoggia Monti fino al 2013. Arriva Fassina – Fassina, mica la presidente del partito: con rispetto parlando, uno che ha scritto “dissidente” sulla maglietta – e dice che le elezioni anticipate non vanno escluse. E via tutti a parlarne  – io compreso, a un certo punto – per 24 ore e riempire pagine e tweet e ipotesi e agitazioni. Ognuno ci aggiunge del suo e costruisce implicazioni e possibilità. Tanto che abbiamo da fare? Fino a che arriva Bersani e dice per la trecentesima volta che il PD appoggia Monti fino al 2013, arriva D’Alema e dice che le ipotesi altre sono sciocchezze, e arriva Fassina stesso e spiega che lui aveva evocato solo uno “scenario B”, che lo “scenario A” resta l’appoggio a Monti fino al 2013.
E così se ne vanno le giornate, cari teorici dei “preziosi” retroscena politici.

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4 commenti su “La bolla fuffosa

  1. Nicola

    Mmm… Recuperato le forze, ricompattati, colpi ben assestati, rimesso al centro. Buono! E il discorso sui modi di dire giornalistici oggi non vale?

  2. Antonio

    E ti sei dato anche una spiegazione del perchè i partiti hanno riconquistato il centro della scena (con la loro fuffa nella quale siamo ricascati tutti)?
    Nel mio piccolo imputo la dinamica al governo Monti, composto da tecnici che sbagliano i conti (Fornero su esodati, Monti & Grilli su minore gettito fiscale) o li annunciano senza poi dare seguito (Giarda & Bondi su spending review: che fine hanno fatto?), facendo così vacillare la fiducia che i cittadini esasperati avevano concesso a persone che sembravano cento spanne superiori ai mestieranti che li avevano preceduti, ma che poi si sono dimostrate meno affidabili di quanto sperato.
    Non gli si chiedeva altro che rimettere a posto i numeri (mica leggi elettorali o altro): e chi meglio di un team di tecnici avrebbe potuto farlo? Da qui la delusione e la ripresa della strada vecchia.

  3. Jan Alexander

    Per quanto mi riguarda, la fuffa è tornata solo perchè mi si è rotto l’impianto sat e mi tocca guardare i TG italiani. Quando funzionava, io la fuffa non la percepivo neanche prima di Monti. Parlando seriamente, beh, era inevitabile, il governo Monti è quasi un fantoccio nelle mani degli stessi che c’erano prima, e ora il nodo è arrivato al pettine. Forse si sarebbe dovuto supportarlo faziosamente per un po’, stile CorSera con Berlusconi, per dire.

  4. marcocampione

    Il “dissidente”, come lo chiami tu, è il responsabile economico di quel partito e sta in segreteria nazionale per decisione del segretario. in un partito normale sarebbe il ministro dell’economia in pectore, ovvero il ministro più importante dell’esecutivo.

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