Farsi riconoscere

Il liveblog del Guardian sulle Olimpiadi è molto ricco e vario, e ieri a un certo punto ha dedicato un post alla “copertura italiana delle Olimpiadi”. Il titolo è una delle variazioni di scrittura del suono che gli inglesi di solito associano a un’espressione di meraviglia per qualcosa di sessualmente attraente.

Phwooaaaargh!
La copertura delle Olimpiadi in Italia finora può essere riassunta in una parola, scrive il nostro John Hooper (corrispondente a Roma del Guardian, ndb). E quella parola è: “Phwooaaaargh!”
Lo sbavamento è iniziato durante la cerimonia d’apertura. La sfilata delle squadre era arrivata appena all C quando i commentatori (maschi) della RAI – ispirati dalla snella bellezza portabandiera del Camerun – disquisivano della ricca messe di pupe (“hotties”, ndb) che i Giochi avrebbero offerto. Da lì in poi, i due più venduti quotidiani italiani hanno sgobbato curva dopo curva per segnalare il vero tema di Londra 2012 – la bellezza (in italiano) degli atleti. Che importanza hanno i risultati quando Repubblica, raccontando lo spettacolo esposto dalle cheerleaders del beach volley, può attirare l’attenzione dei suoi lettori su quello che chiama “Il lato B delle Olimpiadi”? Proprio. La bionda sollevatrice di pesi tedesca, Julia Rohde, è arrivata solo undicesima su 53. Ma questo non ha impedito al Corriere della Sera di dedicare un’intera fotogallery al suo vistoso fascino.

Tornando a Repubblica, si è notato un evidente fastidio per il fatto che, a causa del freddo londinese, “Le giocatrici di beachvolley si stanno coprendo”, un impiccio fatale che ha permesso ai rivali del quotidiano di portarsi in temporaneo vantaggio con un voluttuoso servizio fotografico sulle chances dell’Ungheria nel nuoto, o meglio “La bella Zsuzsanna [Jakabos]”.
Arrivati a questo punto, qualcuno (femmina?) deve essere intervenuto col Corriere, perché oggi è arrivato un esauriente resoconto sulla pasticceria in mostra. Ed è rapidamente diventato il “più visto” del giorno.

 

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12 commenti su “Farsi riconoscere

  1. waterman

    Stesso blog del Guardian tre minuti dopo
    “16:13 BST Canoe slalom
    If the Italian media can curtail their drooling for a moment, they may notice that their man Daniele Molmenti has won gold in the K1, ahead of Czech Republic’s Vavrinec Hradilek and Germany’s Hannes Aigner.”

    E purtroppo hanno ragione.

  2. pigazzo

    Vabbé, al Guardian piace vincere facile. Del resto la repubblica e corriere vanno paragonati al sun. Humour inglese, spiegategli che non fa ridere prendere in giro squallidi tabloid online.

  3. Esau Sanchez

    Il Guardian può divertirsi quanto vuole. Ma io Phwooaaaargh! l’ho urlato leggendo articoli, anche sul Guardian, riguardanti argomenti ben più delicati, come la strage di Denver. E anche il loro modo di fare giornalismo sometimes is questionable.

    Prendiamo ad esempio un passo di un pezzo del Guardian del 20 luglio:
    «ABC News had earlier reported that a woman at the house, identifying herself as the gunman’s mother, spoke to reporters to confirm that they “had the right person”.»

    Due righe scritte con centinaia di cautele, riferendo interviste di altri e usando formule paravento come “una donna che ha detto di essere la mamma del gunman”.

    Come saprete, la signora ha poi detto apertamente che quel “the right person” riferito al figlio non significava “Avete preso la persona giusta”, ma intendeva: “Sì, quello di cui mi state parlando è lui”. Cosa ben diversa, anche perché la donna ha saputo l’accaduto proprio dal giornalista ABC che l’ha chiamata, dunque come avrebbe mai potuto dire: “Avete preso la persona giusta”?

    Era una cosa abbastanza ovvia, ma il prestigioso e tanto decantato Guardian anziché verificare, magari telefonando direttamente alla mamma di Holmes come ha fatto la ABC, e come ci aspetterebbe da un quotidiano tanto prestigioso e decantato, ha preferito riprendere la ABC pubblicando – pur con le sue cautele – quella frase fuori dal contesto, rivestita di un significato che non aveva ed evidentemente non poteva avere.

  4. Plotnikov

    Tutto è tragicamente semplice: corriere.it è orribile, punto e basta. Com’è possibile che il Direttore Ben Pettinato, che è persona seria, tolleri un simile scempio? Io non guardo mai quel sito, per principio, e ho smesso di acquistare il gemello cartaceo da tempo: problema risolto. Quanto agli inglesi….mah, hanno ragione, certo, ma con la solita la puzzetta sotto il naso…: “Peccato che gli inglesi siano così inglesi, da non poter essere altro che inglesi”.

  5. uqbal

    Complimenti Sanchez: sei riuscito a citare qualcosa che non c’entra una mazza di niente, ma proprio niente col tema.
    Ok, hai criticato il Guardian, e quindi? Ci deve per forza piacere, il Guardian? La validità di quel post cambia in base agli articoli di cronaca su Denver?

    Ah, no, è solo per poter ributtare indietro una critica che brucia. Che piccineria.

  6. emiliano

    “Pasticceria”?? Luca ha frainteso “cheesecake” o è un modo di dire che ignoro?

  7. Pingback: Giorni olimpici | *lbc*

  8. splarz

    Comprendo il fastidio per i commenti a gomito durante la cerimonia d’apertura (sono fuori luogo), faccio più fatica a capire quale sia il problema se le versioni online di due quotidiani esaltano (anche) la bellezza di certe atlete: mancano gli uomini? è fuori luogo? non-è-bello non-si-fa? è degradante nei confronti delle atlete? è inutile? Anche al Post non mancano inutilissime gallerie fotografiche, solo non hanno nulla a che vedere col sesso. Tutte le volte che si parla del boxino morboso mi sembra di scivolare verso la triste immagine di una vecchia puritana che ti fa “no no” col ditino.

  9. Broono

    è che all’estero si interessano a noi solo nei giorni topici e quindi ci vedono a spicchi.
    Se ci seguissero 365, avrebbero modo di scoprire che siamo il paese nel quale Sara Tommasi, quella del video meno porno del mondo dei video porno, viene convocata per un intervento nel convegno sul mondo bancario organizzato dal salvatore di un governo tra i più rappresentativi che siano passati in quel di Roma.
    Voglio dire che visti a 360 tutto si tiene e tutto torna, al punto che il boxino morboso sul lato B delle atlete, che all’estero è morbosità, in Italia è sociologia.
    Devi solo ricordarti che a Scajola hanno comprato la casa a sua insaputa e che, come dice il tedesco, tutto è relativo.

  10. Esau Sanchez

    @uqbal
    non credo di essere andato fuori tema con una piccineria (bel termine). Il post fa cogliere una nuova occasione – come spesso capita qui – per parlare “del fare giornalismo” e mi è venuto in mente quell’esempio tratto proprio dal Guardian, tutto qua.

  11. Pingback: Iconografia Quotidiana | Il Giornalaio

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