Palestra di giornalismo

Quello degli articoli che dipingono “fenomeni” a scopo promozionale è un vecchio settore nel settore delle “Notizie che non lo erano”. La mia storia preferita è sempre “Otto milioni di italiani ricorrono all’ipnosi”, che Repubblica mise in prima pagina tre anni fa. Ma molte altre ne ho raccontate, di comunicati stampa che illustrano ricerche e statistiche domestiche o farlocche, che diventano articoli di giornale che suggeriscono “boom” o “fenomeni” o “allarmi”, spesso tesi a suggerire acquisti. Qualche volta il giornale è interessato solo a una notizia sensazionalista – vera o falsa che sia -, altre volte ha interessi più concreti nel dare spazio a un inserzionista o a un inserzionista potenziale, e la distinzione tra informazione e pubblicità si perde spesso.

Oggi non so quale di questi sia il caso, ma è un caso esemplare: Repubblica ha una pagina intera intitolata a “Bike e pesi in salotto/in fuga dai centri sportivi/la palestra è a casa tua”. Il tema è che molti italiani preferiscano comprarsi attrezzi da palestra e fare ginnastica in casa invece che iscriversi alle palestre (le palestre non sono grandi inserzionisti). L’articolo è illustrato dalle immagini di alcune macchine ginniche in commercio (sulla potenza promozionale dei produttori di attrezzi di questo genere, avrete notato cosa è successo due settimane fa con un evento di Technogym in Romagna). Le fonti della notizia per cui gli italiani starebbero comprando attrezzi per fare ginnastica in casa sono rispettivamente:

1. «l’ultima indagine Istat su “La pratica sportiva in Italia”»: che però risale al 2007 (e si riferisce al 2006).

2. Una notizia Adnkronos dello scorso 3 settembre sul calo delle iscrizioni alle palestre, in cui il dato del “-40%” era così documentato: «a settembre, mese in cui notoriamente si riprende a fare sport, rispetto allo scorso anno, si stima un calo del numero delle iscrizioni a circoli sportivi e palestre di circa il 40%»; «Si tratta di un calcolo non di primo livello, frutto della moltiplicazione del numero delle palestre (circa 8 mila) per la media degli iscritti, che vanno dai 150 ai 3 mila soci a palestra». L’autore del calcolo in ogni caso spiegava cosa fanno gli iscritti persi: «Alcuni, pur abbandonando la palestra, fanno attività fisica per proprio conto. E’ infatti in aumento il numero delle persone che va a correre nei parchi pubblici o quello di chi va in bici». Palestre in casa, non ne citava.

3. Ma la fonte principale dell’articolo è «una ricerca di Johnson Health Tech (il principale produttore di attrezzi asiatici)», i cui dati sono lungamente esposti, e a conforto dei quali sono citate le dichiarazioni di un esperto: ovvero l’amministratore delegato di Johnson Health Tech. «Gli strumenti hanno anche un design gradevole», aggiunge infine l’articolo.

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2 commenti su “Palestra di giornalismo

  1. bobryder

    Più che altro io criticherei il fatto che “La Repubblica”,che è da svariati anni il mio quotidiano preferito, commenta un qualcosa che non è originale nè sorprendente:in genere le “notizie che non lo erano” sono destrutturate di fondamento, qui il fondamento c’è ma è insipiente,in quanto vecchio e strarisaputo; ossia: la scoperta dell’acqua calda.

  2. giaimeddu

    La cosa divertente è che le grandi aziende hanno spesso anche dei manuali su come scrivere un “redazionale” che è, appunto, nient’altro che un’operazione di marketing cammuffata da articolo. Trovo che l’importante è sapere che se si parla bene di un prodotto/gamma di prodotti e ad un certo punto si cita un’azienda del ramo, gli allarmi “pubblicità” dovrebbero accendersi tutti…

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