Gli utili oppositori di Trump, e di Berlusconi

Nel rincorrersi tra le varie democrazie dell’Occidente di simili sviluppi nel rapporto con la politica, nelle dinamiche del consenso, nelle tendenze dei qualunquismi, questo è un periodo in cui l’Italia si sta dimostrando piuttosto all’avanguardia: fenomeni simili ai nostri grillismi si sono visti in Grecia e Spagna, per esempio, e le discussioni sulla cosiddetta “antipolitica” le vediamo ora traboccare in molti paesi, mentre noi le abbiamo già accantonate come parte del panorama quotidiano, insieme alle demagogie permanenti e ai tic dell’indignazione a comando.

Ma la cosa interessante di questi ultimi mesi è il trauma che sta affrontando la pretesa serietà e autorevolezza della politica degli Stati Uniti, e il rispetto americano per le istituzioni e la qualità della politica, con l’arrivo sulla scena di Donald Trump, che – poco dopo il segnale precedente dei Tea Party – sta allineando gli Stati Uniti ai disastri della democrazia del consenso che abbiamo già visto estesamente dalle nostre parti.

E una ricaduta drammaticamente prevedibile di questo sviluppo è quella su cui in Italia avremmo da dare delle lezioni, se qualcuno le potesse ascoltare: quella che rende cieca e ingenua tutta la parte degli oppositori di Trump convinti di mettere Trump in difficoltà e fargli perdere consenso sottolineando esattamente le cose per cui Trump diventa forte. Rallegrandosi per le sue presunte “gaffe”, indignandosi per le sue volgarità o trogloditismi, scandalizzandosi per le sue posizioni razziste e violente, ridicolizzandone tratti estetici o linguistici, o ignoranze.

Tutto questo è stato fatto in Italia nei passati vent’anni da un’opposizione antiberlusconiana stupida abbastanza da pensare che i sostenitori di Berlusconi condividessero con lei i suoi stessi criteri e approcci, incapace di immaginare degli italiani diversi da sé: mentre era chiaro che chi apprezzava Berlusconi lo apprezzava proprio perché era Berlusconi, e il sostegno che ha saputo conservare anche nei momenti più bassi e imbarazzanti della sua carriera lo ha dimostrato.

Chi stava con Berlusconi (e chi oggi negli Stati Uniti con Trump) lo faceva in disprezzo e fastidio per un pensiero – spesso sincero e benintenzionato, altre volte effettivamente ipocrita – da cui si sentiva distante ed escluso: pensiero che una grande attività di propaganda ha trasformato in una macchietta, nel “radical chic”, nel “politically correct”, nella “puzza sotto il naso”, persino nel privilegio. Macchietta che l’antiberlusconismo sciocco e accecato ha contribuito a rafforzare: al sostenitore di Trump oggi, come al sostenitore di Berlusconi ieri, chi sfotte o attacca l’ignoranza e la volgarità di Trump e Berlusconi suona come uno spocchioso privilegiato. Piuttosto che con te, sto con Trump/Berlusconi, che è uno che capisco e parla chiaro. E Berlusconi lo sapeva, e Trump lo sa (c’è persino l’ipotesi che Trump introduca deliberatamente degli errori nei suoi tweet, per ottenere reazioni e complicità maggiori). E si è goduto lo spettacolo di un’opposizione che incapace di superarlo sul suo terreno, fischiava allegra dagli spalti.

Pensare di vincere contro l’ignoranza sfottendo gli ignoranti e dandosi di gomito non ha dato dei grandi risultati, qui da noi: ci si sono venduti quotidiani e costruite carriere politiche da talk show. E Berlusconi intanto raccoglieva voti, applausi, e vittorie. Speriamo che là da loro ci sia anche qualcuno più avveduto, tra gli oppositori di Trump.

p.s. ecco il Washington Post, oggi.

The more that Republican elites express alarm, the more a swath of these folks think that Trump might be just the change agent that’s needed to nuke Washington. Remember, most grass-roots activists believe these D.C. politicians and talking heads are part of the problem.

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9 commenti su “Gli utili oppositori di Trump, e di Berlusconi

  1. Raffaele Birlini

    Non sono sicuro di aver capito bene. Facciamo esempi pratici: fa prendere voti, per esempio, postulare come sta facendo Lei che da una parte ci siano gli stupidi che sbagliano a votare e dall’altra ci siano invece gli antropologicamente superiori che fanno il solo errore di sfottere il nemico ideologico al posto di, che cosa, assimilarlo?, inglobarlo?, convertirlo?, rieducarlo?

    Altro esempio. Ammettiamo pure che il mondo sia come Lei lo descrive: gli elettori si dividono in ignoranti fieri di esserlo che votano chiunque si opponga alla sinistra da una parte e dall’altra i razionali illuminati altruisti che non riescono a trattenere lo sfottio più o meno violento e così diventano vittime di cliché sulla sinistra benestante e aristocratica (che peraltro riceve le stesse critiche anche dalla sinistra estremista che forse vorrebbe passare dalle parole ai fatti). Gli elettori di destra finiscono per impersonare daccapo quelli che un tempo si definivano i mediocri, i conformisti e i benpensanti che anche allora ‘sbagliavano a votare’ in massa per il grande centro scudocrociato. E anche gli estremisti di sinistra erano compagni che sbagliavano, insomma in totale gli altri sbagliano tutti. Direi che è un atteggiamento piuttosto, non diciamo elitario che dà fastidio, cosa usiamo, esclusivo?

    Ma veniamo al secondo esempio: Lei questo paradigma manicheo, piuttosto semplicistico, da tifoseria calcistica, disneyano, da guerre stellari, di qua i buoni di là i cattivi, lo applica anche ai candidati: da una parte un ‘ignorante’, ‘volgarità’, ‘trogloditismi’ (esiste nel dizionario il significato da Lei inteso?), ‘razzista’, ‘violento’, dai tratti estetici ridicoli (e qui si va in direzione Lombroso), dai tratti linguistici altrettanto ridicoli (esiste il ‘tratto linguistico’ come caratteristica personale?). Dall’altra parte invece chi abbiamo? La moglie di un ex-presidente che offriva il sigaro alle stagiste, una importante membra (si può dire membra?) dell’establishment che usava la mail personale per le faccende di Stato (era un account su google? un’azienda taaanto buona, che sa qual è la cosa giusta e la fa, un po’ come la sinistra, nevvero?). Dopo il presidente nero un presidente donna? La prossima volta facciamo un malato terminale, possibilmente gay? Forse contro un candidato di famiglia Clinton era meglio metterci un altro membro della famiglia Bush, uno scontro feudale tra clan come nelle dinastie monarchiche e le saghe mafiose?

    Quello che non capisco è: perché Trump deve essere pessimo a priori e Clinton ottima a priori? Vero che sui media, compreso internet, è partito un lancio di escrementi titanico contro Trump che in Italia non si vedeva dai tempi del Berlusca. Si parla seriamente a sinistra quando si profetizza che se vince Trump arriverà l’apocalisse? Ho letto timori sul lancio di bombe atomiche, nientemeno. Si parla seriamente quando si cerca di eliminare gli avversari politici dalla competizione dichiarando che fanno schifo, sono brutti e cattivi, e che solo gli stupidi li voterebbero? Stalin diceva che gli avversari non vanno uccisi, altrimenti diventano dei martiri, è più efficace utilizzare i media per ridicolizzarli. Anche Berlusconi è stato trattato da Voldemort, Darth Vader, emissario di Satana, anche Craxi, perfino Androtti, e gli si è data la colpa di tutto senza che dalla sua fragorosa caduta sia cambiato molto nella situazione complessiva dell’Italia in quanto i problemi rimangono immutati e l’azione politica, nonostante le trombonate del rivoluzionario di turno, è la stessa ricetta che viene applicata con caparbietà e stolidità da decenni e decenni.

    La somiglianza con Trump semmai è che anche con lui nessuno parla di programmi elettorali, come da noi con Berlusconi e con i 5stelle dove non si accenna nemmeno più al programma politico (Berlusconi firmò il famigerato ‘contratto’ in tivvù e prese voti per quello, i 5 stelle erano gli unici con un programma chiaro e sintetico, pubblicato su internet, e tanti voti li han presi per quello). Trovo affascinante come la democrazia diventi sempre più refrattaria ai contenuti di programmi politici che non vengono più nemmeno stilati. Almeno una volta si proponeva e non si manteneva (anche con risultati comici tipo il programma di Prodi alto come un elenco del telefono, prima dei giaguari, delle maniche arrotolate e degli slogan degni di un’agenzia pubblicitaria), ultimamente si va al potere e poi si vedrà, studieremo i sondaggi per decidere cosa fare ai fini del consenso, il voto che diventa come un mipiace sui social.

    Se la sinistra pensa che il programma di Trump non può vincere perché non parla di quello al posto di fare campagne da adolescenti, da tifosi, da imbecilli? Parlare il linguaggio della strada per farsi capire da tutti è una forma di populismo? L’opinionista popolare manco laureato che sciorina banalità quotidiane non è come il politico che non parla nemmeno bene l’italiano ma fa vendere tante copie al partito? Forse il degrado della politica avviene perché gli imbecilli sono diventati così tanti che vince le elezioni chi conquista quelli nel mezzo, quelli che non giurano fedeltà e militanza schierata a vita nei confronti della bandiera ideologica. E per conquistarli devi comportarti da imbecille anche tu, altrimenti non gli stai simpatico. L’alternativa è rivolgersi a chi per darsi un tono ha bisogno di reputare inferiori tutti gli altri. La democrazia come gara fra imbecilli dove vince il più imbecille perché piace di più a una maggioranza di imbecilli che reputa, ricambiato, imbecilli tutti gli altri. E quando va al governo lascia che a decidere sia l’establishment che rimane al proprio posto elezione dopo elezione dopo elezione. Uno scenario che mi sembra adeguato ai tempi in cui viviamo.

  2. Julian B. Nortier

    Ok,ma il fatto che Berlusconi(diverso,in meglio,da Trump,fatevene una ragione) sbagliasse e “gaffeggiasse”,rendendosi benevoluto ai suoi elettori(per lungo tempo la maggioranza del Paese,quella che un tempo veniva definita silenziosa….)non può,in toto,portare a dire che con simili personaggi NON si deve usare la critica del “ma guarda un pò questo che personaggio vergognoso” etc.E mi spiego meglio ancorra:rigettare l’elitarismo in toto porta esattamente a un conformismo beota.Certo,oggigiorno,almeno da noi,con al governo un Pd conservatore(ancora più che negli anni scorsi,per intenderci)e a Palazzo Chigi un Berlusconi,solo più borioso e furbo,l’antiberlusconismo èormai seppellito,anzi:un giorno gli storici potranno analizzare con calma come chi vuole-tipo Renzi-stare sulla scena del potere per anni e non per mesi(tipo Letta)deve prendere tutto il “peggio” del berlusconismo… Ma,tornando a Trump:la democrazia americana ha anticorpi ben più robusti dei nostri e,va detto,il peccato della demonizzazione che va in scena là ha tanto da “invidiare”alla titanica,ineguagliabile demonizzazione di Berlusconi ed i suoi,avvenuta in modo viscerale fino a,grosso modo,un paio d’anni fa.Lo snobismo,la “puzza sotto al naso” verso Trump,rozzo e troglodita(quale è,o quale vuole apparire che è in sostanza lo stesso) è abbastanza,non dico limitata ma pedissequa e di poca forza.Perciò,non solo l’elitarismo anttitrumpiano-doveroso,secondo me-arriva anni dopo la nostra risaputa vicenda di conflitti d’interessi olgettine etc ma anche,aldilà dell’oceano,una forza retorica inferiore a quella nostrana,ormai appartenente al dejavu,e alla Storia.E,anzi,uno dei motivi per cui Hillary rischia(non tantissimo,comunque) è proprio questo suo essere troppo conservatrice:la-semplifico molto-signora schifiltosa che combatte il parvenu arricchito coi colpi delle frasi fatte.Al contrario,per ora,di Sanders che-converrà pensarci-sarebbe l’unico capace di continuare-ma in maniera veramente sinistrorsa,nel senso migliore-le riforme obamiane,non certo Hillary che è-nè più nè meno-una centrista.Trump alla fine non vincerà ma non perchè sia giusta-ed efficace-un’opposizione elitaria o perchè-come io penso-l’opposizione elitaria sia in realtà fiacca,rispetto ai nostri standard italioti;no:Trump non diverrà Presidente perchè,duole dirlo,i cittadini americani sono più maturi(a meno di non voler equiparare il tycoon all’ex attore,eletto nell’80).E’ democrazia,ragazzi:quella,si,è democrazia o,perlomeno,una copia più accettabile,non tanto per le facce o le parole ma,udite udite,per il sistema che,inevitabilmente,ha-che si giochi a pinnacolo o si elegga un Presidente-sempre una valenza(ed un’urgenza) valoriale.

  3. hermann

    Giustissimo il parallelo. Dubito che oltreoceano riusciranno a resistere a questo tic, che noi conosciamo bene. E che si diffonde a macchia d’olio, grazie al fatto che un’audience polarizzata poi va a cercare, in sostanza pretende, proprio quello e solo quello, come se fosse in crisi di astinenza. E sopra ci si costruiscono facilmente carriere, appunto. Azzardo che, magari, si rischia addirittura di distruggersela la carriera a forza di non voler seguire il gregge. E questa è la parte ipocrita, una minoranza astuta, quasi interamente composta da politici e giornalisti.

    C’è invece da sperare che, osservando il fenomeno Trump, chi in Italia ancora non si era reso conto di tutto ciò, la maggioranza del popolo di sinistra, quelli duri e puri, finalmente si svegli dal torpore. E’ passato un po’ di tempo, forse qualche flebilissima speranza c’è.

  4. mkln

    @Raffaele Birlini ma Lei sta seguendo la campagna di Trump o ha semplicemente pensato a Berlusconi/M5S (mi piace il parallelo che Lei stesso fa) e a risposto a quello? Prendere in giro la disabilità di un giornalista disabile, invocare muri contro i messicani criminali, insultare praticamente chiunque “perchè basta con il politically correct”, come definisce questi comportamenti?
    Poi volevo farLe notare come di Clinton parla solo lei, usandola come straw man argument – o straw woman?
    E infine, che come ha mostrato Francesco Costa sul post, Rubio ha avuto un buon riscontro in un dibattito contro Trump proprio evidenziando la vacuità del programma di Trump, in quel caso sul sistema sanitario.
    Insomma, per citare qualcuno a caso, Le consiglierei di informarsi, e sveglia! cribbio.
    Faccia girare.

  5. layos

    Per me il problema di Berlusconi non era la rozzezza dei propositi, la tendenza a fare gaffes e ad essere generalmente inadeguato ad essere investito da una istituzione e ben rappresentarla, quella la considero davvero una battaglia persa.
    Per me il suo problema principale era l’inadeguatezza morale, rispetto ai tanti scandali che lo hanno coinvolto e alle tante amicizie imbarazzanti grazie alle quali ha fatto fortuna, oltre alla inusitata concentrazione di potere mediatico e propagandistico nelle mani di una sola persona, compreso il fatto che il partito di cui è a capo è letteralmetne di sua proprietà, senza nessuna possibilità di ricambio, al punto che il centrodestra odierno è agonizzante e balcanizzato dall’impossibilità di rinnovarsi, proprio in conseguenza di questo stallo.
    Trump è uno “pane e salame” che faccio fatica ad immaginarmi nella stanza ovale o ad un G7, ma almeno non possiede la metà delle televisioni d’America e non ha fatto fortuna in modi oscuri e in società con mafiosi condannati in via definitiva.

  6. tanogasparazzo

    Il pedissequo titolo, utile (idiota) oppositori… tra due ricchi politici TrumpBerlu. Il forte marcato solipsismo dei due personaggi, anche la Ilary Clinton, non scherza, essi tutelano in maniera esasperata il loro “Io” individualismo, per cui ogni interesse è accentrato su di loro, pertanto ogni realtà che non rientra nella loro sfera d’interessi viene decisamente ignorata. Le infinite teorie, non bisogna sottovalutare, colui che parla alla pancia della gente, vedi emigrazioni, le stragi, di vite umane prodotte dalla libera vendita di armi, la sociopatia della società americana, è il loro cavallo di battaglia, per convincerli a votarli. Il dibattito televisivo dei Repubblicani ultimo, accuse di inchieste, prossime sulle fortune di Trump vedi Università fallita, assunzioni clandestine di emigranti ecc. Anche nei democratici, non è tutto trasparente, sono d’accordo, che dopo un presidente AfroAmericano, in America forse è l’ora di una donna alla presidenza USA,( forse questa è l’unica novità ) visto che in Germania la Merkel sta dando ottimi risultati, considerandola la Donna più Potente del Mondo&Europa. Infine la sinistra-sinistra perde da parecchio, perché è falsa, poco chiara, si lamenta sempre dopo che sono scappati i buoi. Infine hanno un pensiero trasfinito, un concetto, che la loro minoranza, non ha infinito…

  7. Luca Segantini

    Ma nel dibattito Trump si’ / Trump no (o Berlusconi si’ / Berlusconi no, che e’ lo stesso), non e’ possibile limitarsi a constatare che quello che dice (non come lo dice) e’ da matti? Che le sue affermazioni sulla politica estera, sulla redistribuzione della ricchezza, sull’ambiente, sui diritti civili sono da matti? O meglio, lo sarebbero se non fossero palesemente self-interested, come dicono negli USA… In questo senso (e non perche’ si dovrebbero prendere in giro le sgrammaticature, il kitsch e tutto il resto) risulta incomprensibile come qualcuno sano di mente ( e non milionario) possa considerare di votare per Trump, e solo in questo senso si puo’, mi sento di dire, definire le masse che lo votano come dei minus habens. E gli altri candidati Repubblicani che non hanno posizioni tanto diverse attirano anche loro gente, o ignorante, o talmente sclerotizzata nei loro atteggiamenti contro tutti e tutto quello che e’ “diverso” da poter essere definita “ignorante” in un senso piu’ ampio del temine.

  8. Qfwfq71

    @Raffaele Birlini
    in realtà quello che ho capito e interpretato dall’articolo di Sofri è coerente con le tue affermazioni.
    Non mi pare che Sofri intendesse dire: “noi siamo i migliori mentre Trump Berlusconi e chi li vota sono la feccia”
    Anzi mi sembra proprio che la sua esortazione fosse quella di abbandonare questo genere di atteggiamento.
    Alla fine concentrare la comunicaizone sui difetti dell’avversario finisce con il favorirlo, specie se la campagna elettorale viene condotta per tifoserie.

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