Buchi, toppe, sbreghi

Due anni fa, dopo che erano state pubblicate le carte dell’inchiesta soi-disant “Mafia capitale”, commentai qui una reazione ingannevole e fuorviante di una deputata del PD citata in quelle carte. Dell’onorevole Micaela Campana l’ordinanza diceva – citando delle intercettazioni – che avesse obbedito a una richiesta di uno dei maggiori accusati, Salvatore Buzzi, mettendosi al suo servizio per ottenere un’interrogazione parlamentare contro una giudice. Campana aveva negato quell’accusa e risposto che l’interrogazione non era avvenuta, fingendo di non vedere che questo non era derivato dalla sua volontà, e che anzi era stato palese il suo disdicevole intervento perché avvenisse. Io scrissi questo, in sostanza.

Il problema è la disponibilità che secondo le carte dell’inchiesta l’onorevole Campana avrebbe offerto alle richieste di Buzzi di accusare una giudice del TAR intervenuta contro gli interessi di una sua cooperativa. Buzzi si diede molto da fare – dicono le indagini del ROS – per ottenere che Campana e altri parlamentari presentassero un’interrogazione parlamentare contro quella giudice.

Sarebbe stato degno di un deputato del PD spiegare, se c’era modo di spiegare, o affrontare un palese svelamento di un comportamento colpevole. Invece una settimana dopo ricevetti una bellicosa e fuffosa lettera da uno studio legale in rappresentanza dell’onorevole Campana, con aggiunto un testo della stessa Campana, che ripeteva il tentativo di negare, smentire o contraddire, senza riuscire a negare, smentire o contraddire niente di quel disdicevole interessamento, e attribuendomi affermazioni mai fatte e strumentali trascuratezze di analisi. Spiegai le ulteriori inconsistenze di quella difesa, che mostrava di peggiorare l’idea che uno si era già fatto e che implicava palesemente che i suoi lettori ed elettori fossero scemi abbastanza da non vedere l’imbroglio dei suoi argomenti e da farsi distrarre dalle citazioni biografiche sull’aver Campana “organizzato Feste dell’Unità” e simili. Su una sola cosa aveva ragione, Campana, ed era l’aggressività – non di questo blog – con cui molti giornali l’avevano consegnata a linciaggi pubblici con la pubblicazione delle intercettazioni che la riguardavano. Ma finiva per usare anche quello stesso legittimo vittimismo per eludere la sostanza della contestazione.

Adesso Campana, due anni dopo, ha deposto in aula nel processo relativo: e, dopo aver estesamente rinnovato il racconto della sua vita dentro al PD romano, è stata invece ancora più elusiva e sfuggente quando richiesta di arrivare al punto di spiegare quella e altre contestazioni.
Il risultato è che sarà probabilmente indagata per reticenza e falsa testimonianza, e da ieri è di nuovo su tutti i giornali, accusata e irrisa ulteriormente dalle parole esauste e seccate della Presidente della Corte. Non maramaldeggio e mi dispiace: ma per le prossime volte in cui qualcuno cerca di sostituire minacce, vittimismi e inganni dialettici ad argomenti logici, è un’esperienza utile da registrare.

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3 commenti su “Buchi, toppe, sbreghi

  1. Luca Glamorama

    Articolo utile per non dimenticare che tanta parte nell’orrida storia di Mafia Capitale hanno avuto esponenti del Pd.Quanoto all’aggressività dei media sono molto critico,ma va pure detto che il caso in cui un esponente qualsiasi della classe politica è intercettato a parlare con gente poco raccomandabile (eufemismo) il sentimento minimo che può scatenare è la rabbia verbale.Cioè: se non ci si indigna per un fatto politico di tal fatta,allora non ci si dovrebbe indignare mai.Resta deplorevole il fatto di prendersela con un blogger e,temo,se non avesse avuto la fama e la forza-anche nel cognome-e presumibilmente avvocati importanti-chissà come sarebbe finita.Si sa, i potenti,anche quando sembrano cadere in disgrazia,hanno sempre il coltello dalla parte del manico.
    Comunque un’autocritica (interna,appunto) al Pd romano-per farci capire cosa davvero sia successo in questa brutta storia di presunta(sic) commistione tra crimine e politica-è ormai oblio puro,chimera tout court.Tutte le energie dei piddini capitolini,e non,sono per stracciarsi le vesti di fronte al fatto che dopo 4 mesi la Raggi ancora non ha risolto tutti i problemi di Roma.Quando si dice,la faccia come il fondoschiena.

  2. verderobi

    In America telefoni e Email dei politici sono monitorati e archiviati, non sempre (vedi scandalo Clinton) pero’ ci sta che ci provino. In Italia sono quando ci sono indagini – non potremmo anche noi tenere traccia delle comunicazioni dei nostri politici a prescindere? Ne beneficerebbero tutti e si sarebbe fatta piu luce su Mafia Capitale

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