L’onorevole Micaela Campana ha ragione a protestare per l’eccessivo peso dato a un suo saluto per Salvatore Buzzi – uno dei maggiori accusati nell’inchiesta su “Mafia Capitale” – e a ricordare che la pretesa di capire significati e implicazioni nelle trascrizioni delle telefonate e degli SMS genera mostri: ci sono troppe cose che non sappiamo e sfumature la cui lettura è spesso del tutto arbitraria. Quindi è giusto piantarla con la gogna supponente su quel saluto.
Però l’onorevole Campana usa uno straw man argument quando dice “il tutto per un saluto che io uso abitualmente”: il suo è un inganno dialettico. Infatti il problema non è quel saluto, giustamente fatti suoi come i suoi rapporti umani con chiunque, Buzzi compreso. Il problema è la disponibilità che secondo le carte dell’inchiesta l’onorevole Campana avrebbe offerto alle richieste di Buzzi di accusare una giudice del TAR intervenuta contro gli interessi di una sua cooperativa. Buzzi si diede molto da fare – dicono le indagini del ROS – per ottenere che Campana e altri parlamentari presentassero un’interrogazione parlamentare contro quella giudice. Adesso Campana quindi scrive, a proposito dell’SMS in questione e di quel famigerato saluto per Buzzi:
“L’sms in questione, se letto nella sua interezza, e non nel solo stralcio maliziosamente riportato dai media, dimostra che non avrei mai presentato l’interrogazione richiesta dal Buzzi”.
Leggiamo allora l’SMS nella sua interezza e alcune delle altre cose sostenute dalla documentazione del ROS nell’esteso racconto sul lavorìo intorno a quell’interrogazione, come chiede l’onorevole Campana, e vediamo cosa “dimostra”. Sempre consapevoli che ogni elemento è solo un pezzo della storia.
La sera del 20.03.2014, Salvatore BUZZI riceveva notizia del fatto che l’interrogazione, proposta dai parlamentari del PD da lui definiti “amici miei”, a breve sarebbe stata presentata. Già alle ore 18.31, Umberto MARRONI (deputato PD, ndr) gli inviava un SMS recante il testo: “Ho parlato con Micaela meniamo” e, in riferimento alla stesura del testo, precisava “La sta preparando Micaela”.
[…]
Infine, alle ore 21.03, riceveva l’attesa notizia proprio da Micaela CAMPANA, la quale inviava al BUZZI il seguente SMS: “Parlato con segretario ministro. Mi ha buttato giu due righe per evitare il fatto che mi bloccano l’interrogazione perche non c’e ancora procedimento. Domani mattina ti chiamo e ti dico. Bacio grande capo”.
Alle ore 15.49 del 21.03.2014, Salvatore BUZZI riceveva un SMS dal BARBIERI (assistente dell’onorevole Campana, ndr), che lo informava di un “rigetto” dell’interrogazione per difetto di presupposti, avendo come esclusivo fondamento le notizie di stampa: “Buongiorno mica (Micaela, ndr) aveva depositato interrogazione, ma l’ufficio responsabile ce l’ha rigettata perche non era congrua essendo basata solo su articoli di giornali, ora l’ufficio ce la riscrive affinche non venga rigettata ma ci vorra qualche giorno. Simone”.
(sottolineati miei)
Aggiornamento: leggete ora questa risposta data dall’onorevole Campana in un’intervista al quotidiano Repubblica domenica.
Pingback: Bacio grande capo Estiqaatsi - manteblog
Giusto per sincronizzarci: allora adesso siamo convinti che l’intercettazione va pubblicata sempre, se c’è un interesse pubblico all’informazione? E non per riassunto, così ciascuno può esercitare il diritto di critica? Anche se l’intercettato non è indagato?
Perché io non rilevo in questi sms alcuna condotta tipica di reato. Prima che passi la bufera, e ci si rimetta a discutere di abuso delle intercettazioni e connesse riforme, mi piacerebbe sapere qual è la linea. Questa volta.
In effetti se è così che stanno le cose sarà per Campana difficile difendere la propria posizione.
Per quanto riguarda l’osservazione di fafner, piacerebbe anche a me un chiarimento in materia di intercettazioni e loro pubblicazione: questa conversazione ad esempio sarebbe stata legittimamente resa nota al pubblico da una buona legge (che è ancora in cantiere) in materia?
Pingback: Qual è il problema http://t.co/A3O6b5FCxE via @luc… | AntonioMassariolo.it
Pingback: Cinque domande a Micaela Campana - Giornalettismo