Né contro Renzi né contro Cuperlo

Una parte di campagna per il No – una parte, ho detto “una parte” – sembra aver capito e adottato i metodi populisti, demagogici e troll di tanto successo internazionale in questi anni: attacca il “potere” a prescindere, critica l’iniziativa altrui senza prenderne una tu, disegna scenari allarmanti e paranoici. Sono atteggiamenti individuali, politici e giornalistici che stanno segnando questi tempi, era prevedibile che diventassero l’approccio anche di queste campagne (alcuni lo sono persino di una più esigua – per forza di cose – parte di campagna per il Sì), e attecchissero pure come “grillismo impiantato nel PD”. Il troll che è in noi e “la cosa” che avanza in politica hanno ormai tratti comuni molto estesi e metodi simili: l’attacco continuo contro qualcuno, in cerca di affermazione di sé e di riconoscimento da parte di un qualche pubblico.

In questo contesto, l’auspicio – più o meno sincero – di stare nel merito del referendum e delle riforme è inevitabilmente perdente, anche per i dotati di buona volontà: il merito del referendum è sia troppo articolato per rispondere drasticamente con un sì o un no, sia troppo innocuo per esserne scandalizzati o indignati quanto richiedono i costumi sociali attuali. Se non ci fosse da avercela con qualcuno, di qua o di là, nessuno di noi sarebbe travolto dall’ansia o eccitato dalla speranza per una riduzione del ruolo del Senato, o per un premio di maggioranza. È quindi inevitabile che il fattore più insistente della scelta – promosso ogni giorno dall’informazione giornalistica, televisiva, social – sarà “chi voglio far vincere”. Che a sua volta si scompone in due meccanismi:
– per chi esibisco di fare il tifo investendo sul fatto che questo mi permetta di fare i caroselli a cose fatte, oppure di fare credibilmente la vittima a cose fatte
– contro chi esercito la tecnica dell’attacco e della critica negativa, che – come si sa, in ogni campo e in ogni contesto – mi garantisce molta più attenzione e protezione che non il sostegno e la proposta positiva.

L’implicazione piccola e simbolica di queste cose non nuove è il capovolgimento di uno slogan, “né con X né con Y”, che a lungo è servito a non far sequestrare il giudizio ragionevole dalle bellicose e cieche contrapposizioni da stadio (slogan: “senza se e senza ma”), e la cui oculata moderazione è stata vittima di ripetute aggressioni e accuse di codardia e tradimento. Ma oggi l’inclinazione più umana e diffusa non è più prendere posizione, decidere da che parte stare, quale causa sostenere, ma piuttosto non prenderla, decidere contro chi stare, quale causa attaccare, e lo dimostra la rilevanza dell’accusa “stai dalla parte di” in questa campagna referendaria: annunciare contro chi si è, è diventato più importante di mostrare con chi si è. E funziona, perché nella propaganda corrente tutti sono attaccabili, tutti sono disdicevoli.
E quindi quel vecchio e saggio slogan – per chi abbia ancora a cuore sottrarsi a tutto questo: “non ci avrete” – trova nuovo senso nella sua revisione aggiornata: “né contro X né contro Y”.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

2 commenti su “Né contro Renzi né contro Cuperlo

  1. tanogasparazzo

    Né con X, né contro la Y, simboli di cromosomi della caduta di democrazia, che in tutti questi anni dalla caduta dei partiti, alla sua rinascita, nel mescolamento delle carte, quindi, questi uomini decisero di scegliere una parte con Ulivo, poi PDS, infine PD, gli altri cromosomi si rifugiarono in Forza Italia, maggioranza nel 1994 vincente, infine caduta ad opera della Lega, poi una parentesi breve, del ulivo di Prodi, caduto per non saper fare i conti, di quanti di questi avessero i cromosomi doppi, per far cadere il governo, i governi successivi. Ora abbiamo vinto, ma abbiamo perso, pur nel arzigogolato scomposizione di questi cromosomi si formasse un un’altro cromosoma chiamato M5S. Se il M5S alleato nella campagna del referendum per il No, in realtà gioca una partita da solo, pur avvantaggiato nel combinato disposto come si dice ora, Italicum. I cromosomi descritti prima si scompongono poi nel ballottaggio colpiscono uniti , a detta di alcuni il ceppo sano di questo cromosoma(Sic) Ora è chiaro continuando cosi si può essere accusati di trollismo. Il vero Troll attualmente in auge da più di tre anni, in sella a questo governo, è Renzi. Ora la teoria che hai dimenticato, che era cara alla Democrazia Cristina: gli opposti estremismi. La rinascita del partito dell’uomo solo al comando è in prossima scadenza I 47 articoli che si vogliono cambiare della parte II ordinamento della Repubblica, per cui questo stravolgimento di più del 55% di questa parte, si possa ripercuotere sulla prima parte ovvero DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI. La velocità descritta dal coromosone X per governare ci sembra eccessivo. Se di velocità si parla come per esempio nella Formula 1, bisogna ridurre con dimagrimento drastico, ovvero 400, a 200, e naturalmente pagati la metà. Poi attenzione alle truffe, vedi legge Truffa, ma questa è un’altra storia, che si dimentica, molto spesso.

Commenti chiusi