Il Corriere della Sera mette in prima pagina un severo monito del Presidente della Repubblica a favore dei vaccini e contro le sciocchezze che circolano in proposito. Fa bene, il Corriere, ed è bene che il tema sia diventato finalmente da prima pagina da un po’ di tempo in qua. Però suona un po’ fuorviante e autoassolutorio – la familiare inclinazione a cercare i cattivi, invece che ad affrontare i perché, e a cercarli lontano – che nel sommario dell’articolo si parli di “Un piano contro la disinformazione via web”, citando il ministro Lorenzin che ha detto (articolando un po’ di più): «Oggi la scienza ha un nemico con il quale fare i conti, la disinformazione, la diffusione di falsi studi e prospettive che trovano terreno fertile soprattutto sul Web».
E figuriamoci se non è vero che il web dà spazio – oltre che al ministro, al Corriere e alle campagne benemerite – a un sacco di cretini pericolosi. Ma terreno fertile, e assai più autorevole e devastante, quei “falsi studi e prospettive” lo hanno trovato sui media più tradizionali e riconosciuti. Tra i tanti esempi ricordo soltanto una famigerata puntata di Virus, e la scellerata campagna di terrorismo condotta da tutti i quotidiani contro i vaccini antinfluenzali due anni fa, e finita come segue.
Coscienze sporche che è saggio ripulire avendo nuove attenzioni al problema, oggi, e nuove attenzioni a come si spiegano le notizie: non precipitandosi a dire “non siamo stati noi, è il web”.
Soltanto una notizia ancora, un colonnino sul «Corriere», il 7 dicembre 2014: «Panico da Fluad: vaccinazioni contro l’influenza calate dell’80%». Il titolo era sbagliato, a sua volta, ennesimo caso di titolismo esagerato: l’articolo diceva infatti: «Dopo il blocco di due lotti del vaccino Novartis, che poi sono stati dichiarati non tossici, il calo delle vaccinazioni antinfluenzali è netto. E sarebbe stato vicino all’80% se la campagna di vaccinazione fosse stata all’inizio. Invece alla fine si attesterà attorno al 30% rispetto all’anno scorso». Ma il calo del 30% era comunque impressionante, se messo in relazione a una campagna di stampa come quella che abbiamo visto, e considerate le conseguenze per la salute delle persone delle mancate vaccinazioni. Come ha detto lo studioso della trasmissione di false notizie Filippo Menczer, a un convegno organizzato a Torino nel 2015, di false notizie come queste «si muore».
(Notizie che non lo erano, 2015)
Ci sarebbe anche il direttore di un quotidiano che sta come in autunno sugli alberi le foglie, Marco Travaglio, che oggi in un editoriale seccato poiché pare che il presidente Mattarella abbia rivelato a Eugenio Scalfari la sua intenzione di votare sì al referendum costituzionale ha esteso la sua irritazione al suo discorso informale in occasione della giornata sulla ricerca contro il cancro: «Si è scagliato contro chi critica i vaccini, – ha scritto Travaglio- che purtroppo col cancro non c’entrano e che comunque non spetta a lui difendere, visto che non risulta laureato in medicina ma in legge: improbabile che qualcuno, dovendo decidersi se vaccinarsi o no, chieda a lui». Io non so in cosa sia laureato Travaglio che lo abiliti a stabilire cosa il presidente della Repubblica possa o meno dire, comunque non sarebbe male se qualcuno dei suoi colti collaboratori potesse cortesemente avvertirlo che i vaccini c’entrano eccome con la lotta contro il cancro, per esempio quello contro l’epatite B ha consentito l’immunizzazione dalla malattia in Italia in tutti i nati dopo il 1980 cancellando altresì la cancro-cirrosi conseguenza di un’infezione cronica da virus B e il più recente vaccino anti-HPV previene il cancro del collo dell’utero.