Sing, sing, sing

Cantare sotto la doccia, per esempio, è più difficile di quanto si pensi. Intanto cantare – come spiegato dai Travis in “Sing”* – è già un’espressione di passione e scatenamento delle emozioni, e ancora di più quando uno è solo e quindi più disinibito (si suppone qui che facciate la doccia da soli, non esageriamo col disinibirsi): e quindi non c’è gusto a cantare ingobbiti e a bocca socchiusa, bisogna alzare la testa e spalancare le fauci, casomai agitando persino la chioma gocciolante se uno ce l’ha. Insomma, con l’acqua che scroscia, il risultato di tutto questo può non risultare del tutto soddisfacente o intonato, a meno che non stiate cantando “Yellow submarine”.
Quindi, date le condizioni, bisogna scegliere attentamente le cose da cantare: io preferisco versi densi e ritmati, versi perfetti. Quelli che riempiono sonoramente la metrica, senza trascinare le vocali o prevedere pause indefinite, difficili da gestire senza accompagnamento (si suppone qui che facciate la doccia da soli, non con una sezione di fiati). Per esempio, “accoccolati ad ascoltare il mare, quanto tempo siamo stati senza fiatare” non va bene per niente. E neanche “I can’t get no satisfaction, I can’t get no satisfaction”, eccetera. Io mi trovo molto bene con “E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante” oppure “Fly me to the moon, let me play among the stars, let me see what springtime is like on Jupiter and Mars”.
Ma la mia canzone da doccia preferita è di Bill Withers: e qui quasi tutti fanno “chi?”. Alcuni fanno “uh?”. Altri fanno “aaah…”, e la faccia di quello che ha capito. In realtà quasi nessuno sa chi è Bill Withers, anche se lui ha scritto e cantato alcune delle più belle canzonette del secolo scorso. Una si chiama “Just the two us”; una si chiama “Ain’t no sunshine when she’s gone”; una si chiama “Lean on me”: se le sentite, capite.
Ma quella che io canto sotto la doccia comincia così, come una freccia: “uenauecapindemoninlòv”.
Vi scrivo l’inizio, così potete provare:

When I wake up in the morning, love
And the sunlight hurts my eyes
And something without warning, love
Bears heavy on my mind
Then I look at you and the world’s alright with me
Just one look at you and I know it’s gonna be
A lovely day – lovely day, lovely day, lovely day, lovely day
Lovely day, lovely day, lovely day, lovely day
A lovely day – lovely day, lovely day, lovely day, lovely day
Lovely day, lovely day, lovely day, lovely day

La canzone si chiama (dìng!) “Lovely day”

*”for the love you bring won’t mean a thing, unless you sing, sing, sing”

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