È un paese meraviglioso. Ora siamo che maggioranza e opposizione stanno litigando sul candidato a dirigere il festivaldisanrèmo. Malgrado non abbia in simpatia la linea di pensiero – rinnovata anche nel nuovo film di Virzì – per cui gli stranieri osserverebbero con maggior competenza e obiettività quel che avviene in Italia, non posso fare a meno di pensare a come gliela raccontiamo, questa. Sapete, ci sono interrogazioni parlamentari su Tony Renis. Eeeeh? No, niente, niente. Scherzavo. Niente.
Comunque. È un paese meraviglioso. L’altroieri il direttore Del Noce viene intervistato dal Corriere sul lodo Tony Renis. Come è noto, lo scandalo è grave: prima pareva che il prossimo direttore del festivaldisanrèmo fosse amico di Berlusconi (ci si interroga su come mai il maestro Abbado non vi abbia fatto riferimento, nel suo rispettabile discorso di Tokyo: probabilmente una dimenticanza), adesso pare che il prossimo direttore del festivaldisanrèmo sia amico dei mafiosi (ma di quali? Di tutti? Tutti tutti tutti tutti?). L’evoluzione dell’accusa (astenersi battute) la dice lunga sulla sua congruenza: di qualcuno sarà pure amico. Comunque, intervista a Del Noce. Che, stando alla trascrizione di Paolo Conti, dice: “Certe accuse diventano vere quando eventuali connivenze vengono provate. In questo caso vedo solo una campagna di sospetto”. Cioè: Tony Renis non è amico di nessun mafioso, nemmeno di un mafiosetto, uno stalliere, sono tutte maldicenze. Poi però Conti gli rinnova la domanda sulle amicizie, e Del Noce dice (delnocedìce): “Vorrei conoscere chi, frequentando gli ambienti musicali negli Stati Uniti, non si sia imbattuto in certe persone. Se entriamo nell’ ottica di una caccia alle streghe, mi chiedo chi potrebbe alla fine essere ancora in grado di lavorare”. Cioè: con il lavoro che facciamo, è inevitabile imbattersi in certe persone, diventare amici di qualcuno, almeno un mafiosetto, uno stalliere (io stesso, sembra suggerire Del Noce…). Mi ricordo che una volta Panorama fece un bel servizio illustrato sulle due anime di Del Noce, quella raffinata e quella casual: beh, dovrebbe metterle d’accordo.
Ma nell’intervista si parla anche d’altro. A proposito del successo dell’Isola dei famosi e dei paragoni con il Grande Fratello, delnocedìce: “«L’isola è diversa dal Grande fratello. Non si offende la morale, non si ricorre a linguaggi offensivi. Queste, per me, sono le discriminanti”. Beh, non è male. Intanto si viene a sapere che Del Noce non ha mai visto L’isola dei famosi, o si sta preparando a partecipare alla prossima edizione. Ma il divertente è che proprio in una puntata dell’Isola dei famosi di due settimane fa, dallo studio si erano definiti “mafiosi” i modi con cui gli isolati avevano complottato per escludere l’ultimo arrivato. Ed era successo il finimondo – non si offende la morale – : indignazioni somme, improvvise solennità di sguardi e moniti, non v’azzardate a darci del mafioso, noi siamo gente ammodo, eccetera. Del Noce dovrebbe mettere d’accordo le sue due anime con la Ruta, almeno: o avere a che fare con i mafiosi veri è un accidente inoffensivo che può anche capitare – anzi capita per forza, in quest’ambiente – oppure non si può dire mafioso neanche per scherzo, nemmeno a uno che si autoespone seminudo al pubblico ludibrio in un varietà settinanale condotto da Simona Ventura (analoghi effetti di ridicolo si erano raggiunti quando Simona Ventura aveva tentato – non si offende la morale – con inedita e inadeguata serietà di far ritirare a uno dei partecipanti l’epiteto di “mongola” usato verso una sua coisolata, peggiorando comicamente le cose).
Insomma, è un paese meraviglioso. Come ci si scandalizza sulle stronzate noi, nessuno. Adesso il rischio è che a dirigere il festivaldisanrèmo vada uno che faceva il cantante e che ha girato il mondo (l’unico italiano ad avere una canzone nella colonna sonora dei Blues Brothers). Il rischio è che a dirigere il festivaldisanrèmo vada uno che è amico di Berlusconi, con grave nocumento per le istituzioni democratiche. Di questo passo, la battaglia per i diritti l’anno prossimo si farà sulla conduzione di Paperissima. Sto esagerando con il sarcasmo? Dite che il pericolo è un altro e reale, e cioè che la gara ne venga falsata e vinca un protetto di Berlusconi? Ah, ‘mbè.