Telecomandati

Uno si pensa che malgrado il regime di monopolio delle reti nazionali, il telecomando sia uno strumento di libertà e potere. Uno dice: ho il telecomando e guardo quello che mi pare. Decido io. Se preferisco il Discovery Channel a RaiTre, zac! Ho il telecomando.

In realtà non è così: quelli ti hanno già fregato. I canali non sono tutti uguali di fronte al telecomando. Quelli dall’uno al nove partono avvantaggiatissimi. L’hanno capito quelli della 7, che quando hanno cambiato nome da Tmc, hanno pensato bene di non chiamarsi Tele31, o Canale14, che poi uno se la memorizzava laggiù e premere due cifre invece di una è sempre una rottura. Abbiamo un’abitudine pigra a occupare i primi sette tasti con quei sette canali lì. Voi direte: ma sono le reti principali! Embé? Io Retequattro la vedo molto meno di FoxNews e anche di MTV. Che infatti ho messo sui tasti otto e nove, ma poi? Sto pensando di scambiare Retequattro con RaiSat, dove danno il Letterman Show: RaiSat sul quattro e Retequattro sul diciassette (io parlo per me: voi magari non guardate mai RaiDue, e vi siete persi L’isola dei famosi volentieri). Non parliamo del delirante ordine di default in cui vengono programmati i canali da quelli di Sky: io ho passato un pomeriggio ad assegnare delle posizioni civili – si può fare, prendendo un giorno di ferie – ai vari canali. Ho messo tutti i canali da bambini vicini, tutti quelli musicali vicini, tutti quelli di news vicini, tutti quelli di film vicini. Il giorno dopo è venuto il blackout e ha azzerato tutto.

Comunque, in realtà è il concetto del telecomando che è superato: andava bene quando c’erano sette canali e al massimo la tv svizzera e Capodistria. Ora, con la parabola e le abitudini che abbiamo, ci vorrebbero un mouse e dei menu. Io l’ho detto, vedete un po’.

p.s. sì, lo so che alle nove del mattino su Retequattro c’è il professor Trecca che molti mi segnalano come imperdibile faro del trash televisivo (nonché ex medico curante di Licio Gelli), ma a quell’ora sono quasi sempre via.

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