So io

So io come farei un bel programma di libri in tivù. Ma mica ve lo dico, che poi mi rubate l’idea e diventate famosi e fighi con le ragazze come Baricco. Per oggi vi dico solo di quali libri parlerei questa settimana, che arriva l’estate e ogni consiglio di lettura è benvenuto. Parlerei di “L’effetto di vivere al contrario” (Baldini Castoldi Dalai, e spero siano finiti) di Heidi Julavits, che viene dalla cricca di Dave Eggers, quello di “La struggente opera di un formidabile genio”. Poi Parlerei di “Immaturità” (Einaudi) di Francesco M. Cataluccio: un repertorio di occasioni in cui l’idea del permanere dell’adolescenza fino nell’età adulta è comparsa nella storia, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nell’arte, attraverso un ragionamento sul progressivo “rimbamboccimento” delle generazioni del secolo scorso. Ci sono dentro Nabokov, Lou Reed, Gassman, Topolino, il Sessantotto, il pacifismo e Benedetto Croce. Poi parlerei di “Terrore e liberalismo” (Einaudi) dove il giornalista di sinistra Paul Berman cerca di spiegare che il fondamentalismo islamista ha molto di più dei grandi totalirismi della storia che di una pretesa peculiarità musulmana o extraoccidentale. E lo fa con pensieri ed elaborazioni affascinanti. Poi parlerei di “Pancetta (Feltrinelli) di Paolo Nori. Perché mi piace. So io.

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