A un certo punto, da ragazzi, c’era qualcuno che si metteva a tradurre i nomi delle rockstar, con effetti devastanti per i fans. Nello il Giovane, sembrava allora un cantante da night, e Simone e Gianfranco roba da arena della Festa de l’Unità, per non parlare dei Fratelli Tuttuomo. Mi è tornato in mente vedendo che Michele Boroni sul suo blog ha cercato di devastare anche Frank Black, convertendone per gioco il nome in quello di un attore italiano assai demodé. Ma non importa: Honeycomb, che è il nuovo disco di Frank Black – Frank Black dei Pixies – è uno dei veri dischi dell’estate. Ecco come lo racconta Boroni: Frank Black è andato a Memphis a incidere una manciata di canzoni southern rock, acustiche, lo-fi, dolci e amare come poche altre in questo momento, una sorta di omaggio al Blonde on Blonde dylaniano. Per l’occasione Frank Black ha rinunciato alla voce stridula e acida a cui ci ha abituati e ha tirato fuori quella sua, quella vera. Quella Black.
Vanity Fair
Black is black
Abbonati al
Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.
E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.
È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.