Il problema con i dividì

Il dvd. L’oggetto dvd. Parliamone. Come bisogna trattarlo? Di sicuro si tratta di un ingombro ulteriore nelle nostre case già piene di oggetti. La superflua dimensione del contenitore non aiuta. A meno che non lo vediamo per quello che è, cioè l’effettivo oggetto del nostro desiderio di acquisto. Il contenitore. Senza arrivare al livello di quei calciatori che alla domanda “passioni?” rispondono “collleziono dvd” – paragonabili a chi compra i libri con i quotidiani perché “arredano” – è certo che se il dvd lo vendessero solo per la sua funzione primigenia, dentro una bustina trasparente, il mercato crollerebbe. Allora sì che tutti comprerebbero solo quelli tarocchi.

Ma parliamo di chi li compra per guardarli, e poi gli impicciano. Forse allora tanto vale noleggiarli (è che il noleggio è scomodo, bisogna vederli subito, e poi bisogna riportarli). Ma non è la stesa cosa con i libri? Libri ne compriamo a pacchi, li leggiamo, e poi potremmo benissimo regalarli a una biblioteca, per quel che ci serviranno ancora. E non mi venite fuori con i cliché sulla sacralità del libro: certi dvd sono molto meglio di certi libri. Ma arredano meno, già.

Insomma, che ne dite del dvdcrossing? Come già si fa con i libri: dopo averli guardati, i dvd lasciateli in giro, su una panchina, in metropolitana, nei bagni dell’ufficio. Con un biglietto. Ho già uno slogan: “dividiamoli”. E occhio a che non ci siano calciatori in giro.

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