Il signor Bonaventura

“Ho un’idea per far soldi con internet”. Da cinque anni, non c’è frase peggiore da dire a un incontro di investitori, a una riunione di professionisti delle tecnologie moderne, a un aperitivo con gli amici al bar. Nel migliore dei casi, vi ridono dietro. Nel peggiore, siete bruciati: fate la figura dei pazzi, incauti, incoscienti. Pericolosi. Dopo tutto quello che è successo, la bolla di internet, i soldi buttati, le stupidaggini velleitarie esposte come tali, una cosa è rimasta chiara: magari qualcuno i soldi li farà anche, ma meglio non dirlo.

E infatti Alex Tew non l’ha detto a nessuno. Ma si era convinto di avere un’idea per fare i soldi con internet. Aveva 21 anni, viveva a Wiltshire in Inghilterra, e aveva deciso di iscriversi all’università – con qualche ritardo – a settembre dell’anno scorso. Ma gli mancavano i soldi. Così, a sentir lui, si è messo lì a cercare un’idea, tipo Archimede Pitagorico. Mumble mumble. E gli è venuta. La Million Dollar Homepage.

La Million Dollar Homepage è una semplice pagina web. Dapprima, praticamente vuota. Daddopo, completamente piena, nelle intenzioni del creatore. La pagina ospita uno spazio quadrato che la occupa quasi completamente è che misura mille pixels per mille pixels (un pixel è un puntino luminoso, l’unità minima di definizione dello schermo del computer: ogni cosa che è rappresentata sullo schermo è formata da un numero variabile di pixels). Mille per mille fa un milione. E qui arriva l’idea di Alex: mettere in vendita ognuno di quei pixels al prezzo di un dollaro, e in cambio renderlo disponibile per qualsiasi cosa l’acquirente voglia farne. Lo so cosa state pensando: che ci fai con un pixel? È troppo piccolo per essere notato e per ospitare qualcosa di leggibile: è un punto. E infatti Alex ha inserito nel suo progetto la clausola che il lotto minimo di terreno acquistabile misuri dieci pixels per dieci. Un quadratino, cento pixels, cento dollari. Ma ancora, su un quadratino così piccolo, benché cominci a essere visibile, non è che puoi farci molto: un microsimbolo, una lettera dell’alfabeto, una crocetta. Il quadratino però è cliccabile: ovvero ospita un link che rimanda a una pagina scelta dall’acquirente, che questi ha interesse venga visitata. Quindi, dice Alex, voi pagate minimo 100 dollari e se la mia idea funziona avrete uno spazio pubblicitario visibile e che rimanda a qualsiasi cosa vi interessi promuovere.

L’altra metà dell’idea, quella che avrebbe dovuto funzionare (e che come vedete dall’immagine qui a fianco, ha funzionato) era che la sua idea fosse originale abbastanza da suggestionare il passaparola su internet e poi i grandi mezzi di comunicazione (e come dimostra il presente articolo, ha funzionato), in modo che la pagina attraesse molti visitatori e il valore dei pixels agli occhi dei clienti potenziali crescesse.

L’idea di Alex, appunto, ha funzionato. I primi tempi, qualcuno ha ritenuto di investire cento dollari per un quadratino solo per premiare l’iniziativa e vedere come andava. Degli amici hanno collaborato. Allora qualche sito e giornale inglese ha cominciato a parlarne. Il nome del progetto e l’indirizzo della pagina, così alla signor Bonaventura, hanno contribuito a convincere altri inserzionisti – disponibili a comprare spazi anche assai maggiori del quadratino minimo – e a ottobre Alex aveva messo insieme già quasi metà del gruzzolo utopisticamente prefissato.

A quel punto, la Million Dollar Homepage è diventata “la storia”, su internet, e da lì è stato tutto in discesa. La notizia di questa settimana è la vendita dell’ultimo pixel, comprato con altri mille da un sito di prodotti dietetici (in un’asta su eBay che ha raggiunto la cifra di 38 mila dollari). Alex ha venduto un milione e trentasettemila dollari di pixels (in parte ancora da incassare, spiega) e si è comprato una Mini nera. Ma ha anche dovuto praticamente annullare il suo primo anno di università, per stare dietro al successo dell’operazione: ora promette di reiscriversi a settembre, anche se le offerte di lavoro fioccano. Il risultato, come vedete, è anche una specie di opera d’arte (vivente?) rappresentativa come poche e al tempo stesso di notevole impatto estetico e cromatico. Negli ultimi giorni – problemi delle celebrità – la Million Dollar Homepage ha dovuto anche difendersi da un attacco di hackers che l’hanno messa fuori uso chiedendo ad Alex un pizzo di 50 mila dollari. Dopo sei giorni di blackout è di nuovo online, a garantire ai suoi inserzionisti l’investimento – come da contratto – per i prossimi cinque anni almeno. Poi, bisognerà farsi venire un’altra idea.

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