Arrivano quste benedette olimpiadi invernali e qui da noi ci si preoccupa che non siano un fiasco, che Rocca faccia cose esaltanti, e che i pattinatori artistici non siano vestiti troppo male. In America, invece, si preoccupano che il loro Bode Miller non arrivi alle gare ubriaco e che le due mascotte restino nascoste (il Wall Street Journal le ha definite orrende). E di come chiamare la città ospite.
Il canone giornalistico-televisivo prevede infatti che per le città si usi non il nome locale ma quello tradotto: noi qui London la chiamiamo Londra, e Parigi Paris. E gli americani Torino la chiamano Turin (e Monaco Munich, mentre il nome tedesco è MŸnchen: ma non si sa perché per il film di Spielberg ci siamo tenuti il nome inglese). Quindi sarebbe pacifico che i telecronisti statunitensi parlino di Turin. Ma il capo della NBC – che ha i diritti per le olimpiadi – è venuto a Torino, gli è piaciuta, e ha deciso di chiamarla Torino in tutte le trasmissioni della rete (“è deliziosamente italiano, il suono sulla lingua”). Gli altri sono rimasti spiazzati. In tutti i testi ufficali, il logo, i manifesti, la città si chiama Torino. “Se anche la NBC la chiama Torino e noi Turin, il pubblico penserà che non sappiamo il nome giusto”, si lamentano alla Associated Press. E anche il quotidiano USA Today ha deciso di andare con Torino.
Meno male che non le abbiamo fatte a Venice, queste benedette olimpiadi.