Esattamente un anno fa, scrissi qui di come era bello il disco di Sufjan Stevens, Illinois, e che era l’unica cosa paragonabile per inventiva musicale ai Pink Floyd da molto tempo a questa parte. Lui è di Detroit, ha 31 anni, ed è partito dal rock acustico o da una specie di folk moderno, a volerlo etichettare. Poi ci ha messo sopra arrangiamenti più complessi, fiati, cori, e gli è venuto fuori quel disco, che è probabilmente la cosa migliore uscita l’anno scorso: la seconda puntata di un’ardita serie in cui dice di voler rappresentare tutti i cinquanta stati degli Stati Uniti (prima c’era stato il Michigan), ma non si è mai capito se dica sul serio. Adesso, è uscito The avalanche, una raccolta di avanzi e versioni alternative da Illinois, che è bello quasi quanto quello.
Vanity Fair
Sufjan 2, il ritorno
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