Serie serie

Non ho visto la quinta serie di 24, e per tutta la scorsa primavera i miei amici più impallinati sulle serie televisive mi chiamavano ogni settimana per avvisarmi che mi stavo perdendo qualcosa. Pare che la quinta annata della serie con Kiefer Sutherland non abbia dato nessun segno di stanchezza, anzi. E adesso è stata pluripremiata agli Emmys, a scapito dei più celebrati Lost e Desperate housewives. Sono stati anni eccitanti, per il genere, in America e altrove. Dopo l’era West wing/Sopranos/CSI queste altre tre serie hanno fatto girare milioni e milioni di dollari e scatenato una caccia al nuovo programma di culto. L’anno scorso sembravano promettere bene Weeds e Prison break, ma non sono andati oltre un successo di nicchia.

E quest’anno? I bene informati consigliano due serie nuove: una è Brotherhood, girata a Providence e partita in America a luglio, che racconta di una famiglia di origine irlandese e del complesso rapporto tra il fratello gangster e il fratello in politica. L’altra, meno drammatica (Brotherhood è stata criticata per essere priva dell’ironia e l’umorismo dei Sopranos), si chiama Studio 60 on the Sunset Strip e si svolge dietro le quinte di uno show televisivo. L’autore è Aaron Sorkin, che ha inventato West wing. Parte a metà settembre, negli Stati Uniti.

Vanity Fair

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