On the rocks

Riconosco si tratti di una battaglia di retroguardia, ma voglio mettere per iscritto il dissenso di questo blog per una delle più abiette colonizzazioni che la cultura americana ha inflitto al buon senso e al gusto mondiali. Dopo averci dato mille altri prodigi tra cui la Coca-Cola, questo popolo di geni e bestie ci ha dato l’abitudine della “Coca Cola con ghiaccio e limone”. Ora, trascuriamo il limone, che pure non si capisce perché uno debba desiderare di aggiungere a un prodotto delle cose che non contiene: quando comprate un iPod, il commesso vi chiede se ci volete sopra un fiore disegnato col pennarello rosso? Quando ordinate uno spaghetto alle vongole, il cameriere vi dice forse “con asparagi e gazosa?”? Eppure, ormai, non c’è bar in cui a richiesta di una Coca Cola gli sembri normale portarvela (senza neanche chiedere, spesso) “con ghiaccio e limone”.

Ma il punto è un altro: il punto è che solo dei disadattati possono apprezzare la deturpazione del gusto della Coca Cola provocata dal suo annacquamento a mezzo ghiaccio. I casi sono due: o ve la bevete tutta in un sorso entro dieci secondi, oppure diventerà sempre più schifosa ogni minuto che passa. A fine pizza, sarà imbevibile.

Voi direte: vabbè, non ti scaldare. Basta dirglielo, che non vuoi il ghiaccio. E infatti glielo dico, anche se continuo a non capire perché l’onere debba essere mio (silenzio assenso) che ho chiesto solo una Coca Cola e non loro, che ci mettono assurdamente del ghiaccio. Ma il punto è che in questo grande paese di opportunità e avvenire, spesso e volentieri la Coca è calda: non la tengono in frigo. Tanto poi ci mettono il ghiaccio, i disgraziati. E quindi l’alternativa è Coca acquosa o Coca calda. O portarsi da casa dei bicchieri autorefrigeranti. Accetto consigli

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